Localizzazione
Luogo culturale
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Il bene come segno identitario appartiene all'intera comunità di San Giorgio Lucano. Negli anni la Proloco ha tutelato, valorizzato e reso fruibile il Gioco della falce, conservando la relativa documentazione. Studi in merito a cura di don Rocco Natale e Anna Maria Bianchi. L'esecuzione del gioco è attualmente affidata al gruppo "storico" dei mietitori: Nicola Fazio, Capalbo Rocco, Blumetti Giuseppe, Pisilli Giuseppe, Luigi Panio, Vittoria Michele, Teresa Gerardi, ai quali si affiancano giovani che stanno apprendendo.
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Localizzazione geografica
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Il gioco è documentato in fotografie, scritti e filmati nel periodo dal 1901 ad oggi. (vedi fotografie allegate) Alcuni aspetti del gioco si rintracciano in altri riti come la danza del falcetto a San Paolo Albanese, la festa del grano a Episcopia, le feste della mietitura a Pedali di Viggianello, ma nella forma in cui si pratica a San Giorgio Lucano non è rintracciabile in altri luoghi regionali.
La brochure "Il gioco della falce. Un rito antico fra storia e mito" [www.prolocosangiorgiolucano.it sezione Gioco della falce] è stata ripresa e pubblicata in numerosi siti ed anche tradotta in inglese.
Il documentario di Del Frà è stato ripreso e proiettato in più contesti, tra i quali la piece teatrale "Tabula imbandita" dell'attrice Antonella Iallorenzi a Satriano di Lucania il 3 maggio 2015 e il Convegno "Il Codice del Paesaggio delle Caverne" svoltosi nel novembre 2013 a Matera, promosso dall'ITKI-Unesco e curato da Pietro Laureano.
Il filmato "La passione del grano" è stato proiettato c/o Palazzo Lanfranchi a Matera, in occasione della mostra dal titolo " Intorno ai viaggi in Lucania" di Ernesto De Martino.
Per la sua forte valenza culturale il Gioco della falce è stato inserito nel "Programma fuori EXPO 2015" c/o Palazzo Mondadori (Milano) il 2-3 ottobre 2015.
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Descrizione del bene
Aree tematiche
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- Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti) - Demoetnoantropologica (Tradizioni, riti, ...)
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Valutazione interesse culturale
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Il Gioco della falce è profondamente radicato nella tradizione culturale contadina, e non solo, della comunità; è avvertito come elemento di affermazione dell'abilità dei mietitori sangiorgesi nell'uso della falce e dell'identità culturale (ne sono derivate anche espressioni idiomatiche proverbiali come "ti sei fatto giocare di falce" per indicare un abile raggiro subito). Già nel 1901 veniva definito dal prof. Giuseppe Zito costume antichissimo e caratteristico. La spedizione demartiniana del 1959 ne ha "fissato" le caratteristiche di originalità e peculiarità, che ancora oggi sono riprodotte nel proporre il Gioco, assumendole come "disciplinare".
Oggi molti gesti, prima carichi di un simbolismo noto a tutti, parlano poco alle nuove generazioni o se ne è dimenticato il significato originario. Il gioco stesso, con la meccanizzazione diffusa dell'agricoltura, rischia nel volgere al massimo di un decennio, di non poter più essere praticato perchè non ci saranno più persone in grado di maneggiare le falci (vere!) per mietere, inseguire il capro, spogliare la sposa del grano e il padrone. La costituzione di laboratori vogliono promuovere la trasmissione intergenerazionale non solo delle abilità, ma anche e soprattutto del "significato" di questa tradizione, perchè non scada nella pura coreografia.
Il seminario dal titolo " Radici di futuro" del 16/10/2015, con interventi del prof. E. Embriani ( Università del Salento), del prof. Francesco Marano ( Università di Basilicata), la prof.ssa Anna Maria Bianchi, ha tracciato le linee guida per rendere il rito un progetto duraturo e fruibile anche ai fini turistici.
Sono state realizzati varie pubblicazioni (opuscoli, brochure, calendari, cartoline), al fine di mantenere viva la memoria tra la comunità locale e gli italiani sangiorgesi all'estero, di promuovere la conoscenza del Gioco della falce anche fuori dai confini regionali e nazionali, cercando di richiamare, sull' intera vallata del Sarmento, numerosi visitatori.
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Contesto
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I tre nuclei in cui si struttura il gioco fanno riferimento ad origini diverse: mitologia delle civiltà cerealicole (in particolare culto di Demetra) e riti di fertilità per caccia e uccisione del capro e madre/sposa del grano; processi di rivendicazione sociale e rivolta contro le condizioni feudali del contratto agrario imposte con l'Instrumenum del 1607 e aggravatesi nel tempo ad opera dei massari, per il padrone spogliato con le falci.
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Descrizione modalita' di gestione
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La trasmissione del rito nel tempo è avvenuta tramite il racconto degli anziani che l'avevano vissuto direttamente, accompagnato dall'esecuzione dimostrativa coinvolgendo anche i giovani; il "commento" alle esecuzioni del Gioco in piazza, iniziate all'incirca negli anni '80, ha permesso di riscoprire il mito e comprendere il rito. Oggi a livello di comunità sangiorgese, pur conservando la tradizione orale, si aggiungono la visione dei filmati raccolti in DVD e la formazione dei giovani interessati attraverso una sorta di scuola che unisce all'addestramento, per maturare competenze nel maneggiare la falce, momenti di informazione teorica sui miti, sulle modalità e le condizioni di lavoro nel passato per la filiera del grano, in modo da assicurare la comprensione di questo "evento" e da evidenziarne le similitudini con aspetti attuali. Sono risultati molto efficaci ai fini della conoscenza del Gioco oltre i confini del Comune e della Valle l'attenzione dedicata dalla TV con una puntata di Linea Verde nel 1995, un servizio del TG3 in occasione del Convegno del 2010, una puntata di "Viaggio nella memoria" in Buongiorno regione nel 2014, la partecipazione organizzata dalla Pro Loco alla XI edizione di "La via del Grano" tenutasi a Eboli nel luglio 2007 nonchè la collaborazione con Nutrisan Italia per la realizzazione di Convegni. Da qualche tempo all'attenzione "storica" dedicata dall'Università di Perugia (prof. Spera) si è aggiunta quella dell'Università della Basilicata e di altri atenei dove sono state discusse tesi di laurea sul Gioco della falce. Il momento attuale, con la particolare attenzione riaccesa per la dieta mediterranea, si presta a mantenere viva l'attenzione per questo rito antico legato al grano, di cui si mettono in luce analogie sorprendenti con aspetti del presente.
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Caratteristiche significative
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Vedi la già richiamata brochure "Il Gioco della Falce, un rito antico, tra storia e mito", sul sito della Pro Loco.
Tutto il gioco riveste valore etnoantropologico, come già evidenziato negli scritti di De Martino. Non è corretto presentarlo come un "arcaico rito propiziatorio" da collocare nell'ambito delle pratiche magico-superstiziose.
Per interpretarlo correttamente bisogna far riferimento ad almeno due suoi momenti distinti: la caccia al capro e la spoliazione del padrone con la punta delle falci da parte dei mietitori.
La prima parte, da leggersi come espressione mitico-religiosa, si fa risalire alle civiltà pre-greche, ai miti greci e a quelli latini legati alle divinità e al ciclo della terra, per i quali il grano è persona, figlio della dea Terra (Demetra), e per raccoglierlo bisogna "ucciderlo", con offesa alla Madre. Di qui il bisogno di mascherare l'atto del mietere, in modo da eseguirlo con il pretesto di fare qualcosa d'altro. Dare la caccia al capro, appunto.
La seconda parte, da leggersi come rivolta simbolica dei contadini, rimanda alle lotte sociali e fa più diretto riferimento all'area tematica storica. L'origine si fa risalire alle condizioni che il principe di Noja impose ai coloni acconsentendo alla loro richiesta di coltivare terre in località detta San Georgio, fra cui il divieto di possedere terreni coltivati a grano ed una gabella molto salata per coltivarlo nelle terre del principe. I coloni ripiegarono sul coltivare le vigne, che erano di proprietà, e sull'esercitare la capacità di esperti mietitori per conto terzi. Nell'animo, però, restava il desiderio della ricchezza negata e sognavano di spogliare il signore dei suoi averi, di abbassarlo almeno una volta al proprio livello, di dominarlo, anche se solo simbolicamente. Ecco allora il sequestro e il denudamento del padrone del campo, che offre come riscatto un lauto banchetto o un'abbondante bevuta di vino.
Riferimenti al culto di Demetra, presenza storicamente attestata di pastori albanesi antecedente a quella dei coloni e contenuto dell'Instrumentum aprono prospettive interessanti di indagine e ricerca storica sugli effettivi insediamenti umani in loco prima del 1607 e sulla permanenza di clausole feudali nei contratti agrari della zona fino ad epoca recente (anni '50)
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Bibliografia
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- F. Pinna, Fotografie, 1959;
- E. De Martino, La messe del dolore in Furore Simbolo Valore, Il Saggiatore, Milano, 1962;
- L. Del Frà, La passione del grano, documentario, 1960;
- F. Quilici, documentario, 1967;
- V. Spera: "L'ultimo covone e il gioco della falce" Gramma Edizioni Perugia 2000;
- E. De Simoni: Pasolini: l'ordito e la trama - in "Costumi per narrare. L'officina di Piero Farani: arte, artigianato, cinema", a cura di B. Giordani Aragno, Milano, Electa, 1998, pp. 94 - 113;
- G. Zito, Contributo alla storia della Basilicata, Garramone e Marchesiello, Potenza 1901;
- C.A. Pinelli "Il rito dell'ultimo covone". (Da La grande madre, Minerva Italica, Bergamo);
- E. Ventimiglia "La rievocazione storica del "Gioco della falce" in San Giorgio Lucano, in Cronache italiane, I, 6 (ottobre 1996);
- B. Carlomagno, Radici di civiltà contadina, Liantonio, Matera, 1999;
- D. Cavarretta: " La danza della falce a S. Giorgio Lucano" Università di Pisa, 2003.
Sito internet: www.prolocosangiogiolucano.it
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Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive
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Risorse di Bilancio previste Euro 5000,00
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Attivita' proposte
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Riproporre annualmente il Gioco della falce nell'ambito delle manifestazioni culturali, intende sollecitare l'attrazione turistica per contribuire alla spinta propulsiva dello sviluppo economico del territorio, suscitando interesse per un rito antico che si colloca fra miti arcaici e storia recente, da recuperare e tutelare come bene immateriale dell'intero Paese. Si intende riportare la Passione del grano alle sue origini, sul campo, come fondamento del Gioco 'spettacolarizzato' nelle piazze attraverso un gruppo teatrale, in modo da non tradire mito e storicità.
Il progetto pluriennale prevede di:
- costituire un archivio storico (già avviato) mediante la catalogazione del materiale audio/video e cartaceo già presente relativo al Gioco della falce e alla Passione del grano, la raccolta e catalogazione di ulteriore materiale da reperire, la sistemazione in un 'itinerario/museo audiovisivo' permanente da allestire in apposita sede;
- un laboratorio antropologico (già sperimento nell'annualità 2015/2017) dove chi sa ancora farlo 'insegna' il Gioco della falce ai più giovani e dove si implementa la conoscenza delle pratiche tradizionali, dei gesti e dei riti e di tutti gli ornamenti delle spighe di grano ad essi collegati;
- pubblicazioni a fumetti del Gioco della falce, creando dei laboratori del fumetto, coinvolgendo le scuole al fine di stimolare le nuove generazioni verso la conoscenza della propria identità sociale di appartenenza ( in linea con il preliminare di Strategia delle aree interne);
- un evento/convegno annuale, con la partecipazione di esperti di fama nazionale e internazionale, centrato volta a volta tanto su aspetti specifici del Gioco della falce e della Passione del grano, quanto su aspetti connessi e derivati, come l'alimentazione naturale;
- far percepire l'attualità di quello che potrebbe sembrare un rito strano, d'altri tempi, tutt'al più folklore per divertire, illustrando le analogie per certi versi sorprendenti, che si ravvisano, senza forzature, fra la Passione del grano e le conseguenze delle modalità odierne di gestione delle risorse alimentari e dei grossi squilibri sociali che paradossalmente comportano (vedi allegato Attualià del rito.pdf);
- costituire una compagnia teatrale (già sperimentata nell'annualità 2015/2017 -Rappresentazioni in piazza nell'agosto del 2017 da parte della Proloco di San Giorgio Lucano del mito di Demetra, in cui il Gioco della falce affonda le sue radici, hanno fatto riscoprire tutto un bagaglio valoriale e culturale che sta scomparendo.) per la rappresentazione scenica itinerante, a cominciare dai comuni della Val Sarmento, da estendere al territorio regionale e da inserire nell'itinerario per Matera capitale della cultura 2019.
- inserire il Gioco della falce in un progetto più ampio, un viaggio attraverso "la via del grano" da riproporre ogni anno, facendo rete con i comuni da Eboli a Melfi;
- allestire un museo o una mostra itinerante del Gioco della falce.
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E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'?
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Si, da oltre 7 anni
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Descrizione attivita' realizzate o da realizzare
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Il gioco viene generalmente riproposto nella versione di piazza durante i festeggiamenti in onore di S. Rocco, santo patrono del paese (mese di agosto), con edizioni documentate da oltre 30 anni.
In numerose circostanze è stato riproposto anche nella versione sul campo. Una è stata oggetto di riprese filmiche ad opera di Folco Quilici negli anni '70; quella del 2007 costituisce la testimonianza completa più recente, raccolta con altri filmati in un DVD a cura della Pro Loco.
Si sono tenuti convegni. I più rilevanti:
'Azioni di valorizzazione del gioco della falce' il 14 agosto 2010[www.prolocosangiorgiolucano.it sezione Iniziative culturali]
'Riti e miti nel Gioco della falce. Studio di fattibilità per la realizzazione di un laboratorio antropologico' il 21 ottobre 2014 (vedi allegato Presentazione.pdf)
In più occasioni e in particolare nel IV centenario della fondazione ufficiale di San Giorgio, il gioco è stato proposto unitamente alla rievocazione storica della fondazione, con firma dell'Instrumentum fra il principe Pignatelli e i coloni.
Per il 2015 per la prima volta è stato inserito nel più vasto progetto relativo alla 'Passione del grano in Val Sarmento, sul sentiero di Demetra' coinvolgendo tutti i 6 comuni della valle, che hanno sottoscritto all'uopo un protocollo d'intesa.
Vedi anche la voce "attività proposte".
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Calendario attivita'
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Il Gioco della Falce verrà riproposto ogni anno:
- a metà luglio sul campo di grano;
- il 13 o il 14 agosto in piazza, nel Comune di San Giorgio Lucano.
Sono previsti:
- rappresentazioni itineranti tra luglio e settembre negli altri cinque Comuni della Val Sarmento (Cersosimo, Noepoli, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Terranova di Pollino) con cui il Comune di San Giorgio Lucano ha sottoscritto un protocollo di intesa allo scopo di valorizzare i riti e miti legati al Gioco della Falce;
- un evento/convegno annuale, con la partecipazione di esperti di fama nazionale e internazionale sul tema del Gioco della falce e della Passione del grano (le date sono da stabilire con gli esperti);
- attività laboratoriali durante l'anno scolastico;
- pubblicazioni e mostre.
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Piano dei costi
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DESCRIZIONE dei costi nelle tre annualità:
1 Costituzione e custodia di archivio documentale 5.000,00
2 Preparazione di un gruppo teatrale di 32 figure con l'ausilio di un regista, un costumista e una truccatrice 15.000,00
3 Acquisto di costumi ed attrezzature 10.000,00
4 Comunicazione e pubblicità 3.000,00
5 Materiale divulgativo 15.000,00
6 n. 6 rappresentazioni nel periodo luglio-settembre € 15.000,00
7 Convegno 10.000,00
8 Mostre itineranti 10.000,00
9 Allestimento museo 30.000,00
TOTALE 108.000,00
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Piano dei ricavi
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Premesso che i ricavi sono presunti e che si tratta di investimento a lungo termine con ricadute anche e soprattutto per gli operatori commerciali di tutta la Val Sarmento, si ipotizzano nel modo seguente:
DESCRIZIONE dei ricavi (€)
1 Vendita dvd: 6.000,00
2 pubblicazioni: 8.000,00
3 Vendita oggettistica: 6.000,00
4 Contributi da privati: 15.000,00
5 Contributi pubblicitari: 20.0000,00
6 Risorse da bilancio comunale: 15.000,00
TOTALE: 70.000,00
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Partecipazione comunita'
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L'Amministrazione comunale sostiene la comunità sangiorgese nella conservazione del Gioco della falce, in quanto i protagonisti sono persone del posto (anziani e giovani). La popolazione è coinvolta per la realizzazione dei costumi, di fotografie, oggetti che aiutano a ricostruire gli ambienti e il modo di lavorare il grano 'a mano'. La Pro Loco conserva materiale audiovisivo e fotografico, oltre a promuove attività di promozione.
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Stato della progettazione
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Progettazione esecutiva e cantierabile
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