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Patrimonio culturale della Basilicata Regione Basilicata
Guida alla compilazione
Riferimenti dell'Ente
Qualificazione giuridica Comune
Denominazione COMUNE PISTICCI
Codice fiscale/Partita IVA 81001230770
Comune Pisticci
CAP 75015
PEC comune.pisticci@cert.ruparbasilicata.it
Legale rappresentante Domenico Alessandro Albano
Responsabile del procedimento
Nominativo ADELE ANNA ESPOSITO
Email a.esposito@comunedipisticci.it
Telefono
Ruolo Responsabile di Servizio P.O.
Denominazione del bene intangibile
Nome del bene LA CIVILTÀ DELL’ARGILLA: DAL “PITTORE DI PISTICCI” ALLA RIGENERAZIONE URBANA
Localizzazione
Luogo culturale “Pittore di Pisticci” è il nome convenzionale assegnato ad un ceramografo del V secolo a.c. È così chiamato perché nel sito archeologico di Pisticci sono stati rinvenuti numerosissimi suoi vasi e, con ogni probabilità, aveva proprio nel territorio pisticcese il proprio centro di produzione.
Verso la fine del V sec. a.C. cominciò ad essere prodotta nelle colonie della Magna Grecia - e quindi non più importata - ceramica di gusto tipicamente attico. Si ritiene che i capostipiti di queste fabbriche siano ceramografi educati ed addestrati in Attica. Poiché i lavori del "Pittore di Pisticci" sono ricollegabili per caratteristiche stilistiche al gruppo di Polignoto, è ipotizzabile che il ceramografo fosse stato educato ad Atene proprio nella scuola di questo artista.
Il "Pittore di Pisticci" è considerato il capostipite della fabbrica lucana che, a sua volta, è la più antica di tutte le fabbriche italiote: il ceramografo risulta essere, pertanto, il primo maestro di ceramica a figure rosse ad aver operato in Italia.
I vasi del Pittore di Pisticci sono esposti nei principali musei italiani e stranieri: British Museum, Museo del Louvre, Ermitage, Museum of Fine Arts di Boston, Metropolitan Museum, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Musei Vaticani.
L’associazione “Arte, Cultura, Tradizione” e la lavorazione dell’argilla
Sul territorio comunale opera l’associazione “Arte, Cultura, Tradizione” guidata da due artigiani e artisti locali, Felterino Onorati e Anna Maria Pagliei. I due ceramisti, oltre che nella produzione di oggetti d’arte, sono impegnati da anni nel valorizzare e tramandare le conoscenze e le pratiche riguardanti la lavorazione dell’argilla. Le iniziative già poste in essere sono: a) laboratori di lavorazione dell’argilla aperti ad un turismo esperienziale; b) laboratori di lavorazione dell’argilla realizzati in collaborazione con le scuole del territorio.
Localizzazione geografica La zona collinosa dove sorge l’abitato di Pisticci è di natura prettamente argillosa. L’argilla è pertanto il materiale che da sempre i Pisticcesi hanno avuto a disposizione in quantità sostanzialmente illimitata. Molto probabilmente sin dall’antichità la qualità e quantità di questo materiale – oltre che l’influenza culturale della vicina città magnogreca di Metaponto – favorì proprio in questo luogo la nascita della produzione ceramistica del Pittore di Pisticci.
La produzione di manufatti in ceramica e terracotta è continuata nei secoli, non solo e non tanto con riferimento a oggetti artistici, quanto piuttosto con riferimento a beni di impiego ed utilità comune. Testimonianza tangibile di tale storia produttiva sono ancora oggi le cave di argilla e le svariate fornaci - non più attive – di cui il territorio conserva ampie tracce.
Descrizione del bene
Aree tematiche - Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti)
- Demoetnoantropologica (Tradizioni, riti, ...)
- Artistica
- Saperi tecnici e artigianali
- Territoriale-ambientale
Valutazione interesse culturale La lavorazione dell’argilla per la produzione di oggetti artistici e di uso quotidiano rappresenta una pratica che ha accompagnato da 2500 anni la comunità pisticcese, tanto da potersi parlare di una vera e propria “Civiltà dell’Argilla”. Pisticci nasce sull’argilla (all’interno del paesaggio dei calanchi) e con l’argilla è stata costruita. Nulla come l’argilla esprime il genius loci di questo abitato. Laddove per genius loci intendiamo l’insieme dei caratteri (socio-culturali, architettonici, comunicativi, comportamentali) che contraddistinguono un luogo, un ambiente, una città.
La produzione ceramografa e vascolare di Pisticci affonda le sue radici nella Magna Grecia e nell’operato dell’officina riconducibile al cosiddetto Pittore di Pisticci. Come è emerso dagli scavi archeologici realizzati a partire dal 1934, nel quartiere cosiddetto “Cammarelle” è stata rinvenuta, accanto ad una grande fornace, un grosso quantitativo di vasellame di diversa tipologia a motivi geometrici. A Pisticci progressivamente si afferma sempre più florida una produzione ceramistica che, per qualità e quantità, non trova corrispondenze nei villaggi vicini. È qui che sorge la prima scuola vascolare di un ceramografo italiota guidata proprio dal Pittore di Pisticci che mirava a insegnare dapprima la tecnica pittorica e successivamente l’arte di modellare la ceramica.
L’attività produttiva di manufatti in argilla trova testimonianza anche in epoca storica successiva per la presenza sul territorio di svariate cave e fornaci. Ma la maggiore testimonianza di questa tradizione sta proprio nelle tecniche e nei materiali utilizzati per la costruzione degli edifici. Di questa tradizione sono esempio vivente i rioni storici della Terravecchia e del Dirupo. In questi edifici “storici” pressoché ogni elemento costruttivo risulta infatti realizzato utilizzando come materiale l’argilla. Così nel Rione Dirupo – rione ricostruito interamente dopo la rovinosa frana di fine 600 – le murature delle tradizionali abitazioni dette “Lammie” sono state realizzate interamente con mattoni in terracotta. Parimenti, le coperture di questi edifici utilizzano i cosiddetti “ermici”, tegole incurvate e tra loro sovrapponibili realizzate anch’esse in terracotta. Storicamente la produzione di tutti questi elementi costruttivi avveniva sul territorio cittadino.
Rimangono oggi sul territorio pochissime botteghe artigiane eredi dell’antica tradizione della lavorazione dell’argilla. Queste produzioni, pur di pregio, sono ormai incapaci di dare risposte quantitative al potenziale fabbisogno del territorio. Le nuove generazioni guardano al settore come ad una produzione amatoriale e priva di vere prospettive lavorative. Pertanto sempre meno esistono giovani interessati ad apprendere e impiegare l’antico sapere legato alla lavorazione dell’argilla in tutte le sue forme. Questo sapere rischia di andare pertanto disperso.
Contesto La tradizione dell’argilla potrebbe trovare nel momento storico e culturale vissuto dalla comunità pisticcese le condizioni per una sua rivitalizzazione. Le parole chiave sono recupero e rigenerazione. È in atto un processo di recupero e rigenerazioni delle radici culturali e dei luoghi storici della comunità. Questo percorso non può non coinvolgere anche la tradizione afferente la lavorazione dell’argilla quale parte integrante della storia e delle radici della comunità e come sapere essenziale ai fini del recupero urbanistico - edilizio dell’abitato. Le nuove opportunità legate alle risorse finanziarie rese disponibili dal PNRR proprio nel settore della rigenerazione urbana rappresentano un’occasione da non sprecare.
La revoca del decreto di trasferimento riguardante il Rione Dirupo (intervenuta con D.P.G.R. n. 306/2014), la “Variante Dirupo” che ha dettato regole edilizie stringenti orientate al restauro conservativo dei manufatti tradizionali, il Piano di Recupero concernente l’intero abitato in corso di predisposizione, aprono nuove prospettive all’utilizzo dell’argilla e dei prodotti derivanti dalla sua lavorazione.
Tanto più che, sempre nella prospettiva della rigenerazione urbana, un ruolo centrale assumono anche i progetti di rigenerazione attraverso l’arte pubblica, con la previsione di installazioni artistiche da realizzare proprio utilizzando un materiale tradizionale come l’argilla, profondamente connotativo del genius loci dell’abitato.
Da ultimo va segnalato che con deliberazione di Consiglio Comunale n. 46 del 15.12.2022 l’Amministrazione Comunale di Pisticci ha dato formalmente il via al percorso di candidatura del centro storico di Pisticci (e del Dirupo in particolare) all’inclusione nel Patrimonio Mondiale UNESCO. La storia di resilienza del sito, la tipologia edilizia della “Lammia”, il modello urbanistico – architettonico delle case “a schiera”, il rapporto armonico e di integrazione con il contesto ambientale (si pensi all’uso esclusivo di materiali a chilometri zero quali, soprattutto, l’argilla), lo stretto nesso esistente con una civiltà contadina ormai scomparsa, rendono il Dirupo un luogo capace di parlare al mondo. Un luogo che rappresenta un modello di città - e, quindi, un modo di essere comunità – espressione di valori di portata universale che meritano di essere salvaguardati e riconosciuti
Descrizione modalita' di gestione Attualmente la conservazione del sapere tradizionale in questione e rimesso esclusivamente ad iniziative di soggetti privati. In particolare, l’associazione “Arte, Cultura, Tradizione” è l’unica realtà fattivamente impegnata a custodire, valorizzare e tramandare le partiche artigianali legate all’argilla. Nel cuore del centro storico pisticcese, è attivo un laboratorio che, oltre a produrre oggetti d’arte e i classici souvenir, lavora alle seguenti iniziative: a) laboratori di lavorazione dell’argilla aperti ad un turismo esperienziale; b) laboratori di lavorazione dell’argilla realizzati in collaborazione con le scuole del territorio.
Caratteristiche significative Come già detto, nulla come l’argilla esprime il genius loci di Pisticci. È significativo che il bene culturale in questione afferisca a plurime aree tematiche: storica, artistica, saperi tecnici e artigianali, territoriale-ambientale. L’argilla permea di sé ogni aspetto del passato e del presente della comunità, coinvolgendo svariate sfere di interesse: quella della storia dell’abitato; quella dell’antichissima tradizione dell’arte ceramografa; quella di una conoscenza artigianale decisiva per l’edificazione della città e per la sua ricostruzione a fronte di frane e altri disastri; quella dei calanchi, i canyon argillosi in cima ai quali l’abitato sorge. L’argilla è l’essenza stessa di cui Pisticci è fatta!
Bibliografia Antonio M. Giambersio, Il Pittore di Pisticci – Il mondo e l’opera di un ceramografo della seconda metà del V secolo a.C. – Ed. Congedo Editore, 1989;
G. Coniglio, Il Pittore di Pisticci e la scuola protolucana;
D. Colonnesi, La ceramica in Basilicata, Edizione S.T.E.S., 1995
Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive Stanziamento di apposite poste di Bilancio dell'Ente, commisurate alle disponibilità relative all'esercizio di competenza
Attivita' proposte Le azioni di rivitalizzazione del sapere legato alla lavorazione dell’argilla e alla produzione dei suoi derivati comprendono:
1) istituzione, in collaborazione con la Confartigianato e l’associazione “Arte, Cultura, Tradizione”, della Scuola Permanente dedicata all’arte di plasmare l’argilla. L’ambizione non è quella di realizzare un evento episodico, ma piuttosto di istituire una vera e propria Scuola che organizzi con continuità corsi annuali per la formazione di artisti ed artigiani che vogliano operare nel settore;
2) protocollo da sottoscrivere con le scuole del territorio per l’attivazione di laboratori dedicati all’arte della terracotta e della ceramica;
3) progetto “Repliche Archeologiche”: all’interno degli spazi espositivi del Museo Civico esiste una sezione dedicata ai ritrovamenti archeologici intervenuti sul territorio comunale. Tra questi, particolare rilevanza viene data ai ritrovamenti riconducibili al Pittore di Pisticci. Pur non potendo vantare reperti originali, già sono esposti nello spazio museale alcune repliche dei vasi che si trovano nei principali musei del mondo. Il progetto “Repliche Archeologiche” prevede la realizzazione in ceramica e/o in terracotta di repliche fedeli dei principali reperti noti, ritrovati nel territorio (non solo nell’abitato di Pisticci, ma anche nell’importantissimo sito dell’Incoronata). Il percorso espositivo che ne deriverebbe costituirebbe la rappresentazione plastica – attraverso l’argilla - della storia antica del territorio pisticcese.
4) Riattivazione di una delle Fornaci destinata alla produzione (anche seriale) di manufatti in terracotta e /o ceramica. Dovrebbe essere il punto di arrivo del percorso. La produzione dei manufatti necessari agli interventi di restauro conservativo del centro storico (mattoni, tegole, pluviali, pavimenti, ecc.), oltre che la produzione in ambito artistico e dell’oggettistica, si auspica possa rilanciare una vera e propria economia, con evidenti benefici anche sul piano occupazionale. Il passaggio in questione deve essere incentivato tramite benefit di natura fiscale e/o contributi a fondo perduto
E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'? Si, da 4 a 7 anni
Descrizione attivita' realizzate o da realizzare Attraverso la creazione di formelle in ceramica, appositamente approntate dal laboratorio dei ceramisti locali, il centro storico è stato in passato abbellito ed adornato con poesie e pacchiane pisticcesi.
Calendario attivita' Prima annualità (€ 20000):
1) istituzione, in collaborazione con la Confartigianato, l’associazione “Arte, Cultura, Tradizione” e gli altri artigiani locali, della Scuola Permanente dedicata all’arte di plasmare l’argilla;
2) attivazione di laboratori dedicati all’arte della terracotta e della ceramica da realizzare in collaborazione con le scuole del territorio;
Seconda annualità (€ 30000):
Alle attività di cui ai precedenti punti 1) e 2) si aggiungerebbe:
3) progetto “Repliche Archeologiche”: all’interno degli spazi espositivi del Museo Civico esiste una sezione dedicata ai ritrovamenti archeologici intervenuti sul territorio comunale. Tra questi, particolare rilevanza viene data ai ritrovamenti riconducibili al Pittore di Pisticci. Pur non potendo vantare reperti originali, già sono esposti nello spazio museale alcune repliche dei vasi che si trovano nei principali musei del mondo. Il progetto “Repliche Archeologiche” prevede la realizzazione in ceramica e/o in terracotta di repliche fedeli dei principali reperti noti, ritrovati nel territorio (non solo nell’abitato di Pisticci, ma anche nell’importantissimo sito dell’Incoronata). Il percorso espositivo che ne deriverebbe costituirebbe la rappresentazione plastica – attraverso l’argilla - della storia antica del territorio pisticcese;
Terza annualità (€ 40000):
Alle attività di cui ai precedenti punti 1) e 2) si aggiungerebbe:
4) Riattivazione di una delle Fornaci destinata alla produzione (anche seriale) di manufatti in terracotta e /o ceramica.
Piano dei costi 90000
Piano dei ricavi 0
Partecipazione comunita' I momenti partecipativi sono legati alla frequentazione dei corsi introduttivi e formativi all'arte della terracotta e della ceramica
Stato della progettazione Progettazione esecutiva e cantierabile