Descrizione del bene
Aree tematiche
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- Demoetnoantropologica (Tradizioni, riti, ...) - Artistica - Saperi tecnici e artigianali
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Valutazione interesse culturale
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Il carnevale storico trecchinese nasce, con alterne vicende, nel 1894 dall'idea di un giovane studente universitario,
Nicolangelo Marotta, ma solo dalla fine degli anni Sessanta del Novecento ha una cadenza annuale.
L'evento è atteso con interesse dalla popolazione locale, in quanto con esso si esprime con la satira, a volte canzonatoria, il
dissenso o la critica verso i personaggi più in vista del paese.
Il Carnevale trecchinese, in ossequio alla prima edizione dell'Ottocento, è una rappresentazione di satira e di denunzia,
unica in Basilicata che pure, in quasi ogni paese, celebra in maniera diversa l'evento.
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Contesto
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CENNI STORICI DEL CARNEVALE TRECCHINESE
Il Carnevale trecchinese (*)
Esso nasce, con alterne vicende, nel 1894 dall'idea di un giovane studente universitario, Nicolangelo Marotta, ma solo dalla fine
degli anni Sessanta del Novecento ha una cadenza annuale.
Il Carnevale trecchinese, in ossequio alla prima edizione dell'Ottocento, è una rappresentazione di satira e di denunzia, unica in
Basilicata che pure, in quasi ogni paese, celebra in maniera diversa l'evento.
Di questa manifestazione, unitamente a tutte quelle lucane, si interessò a suo tempo e in maniera approfondita il prof. Vincenzo
Maria Spera, docente di storia delle tradizioni popolari e demo antropologo, classificando tutti i carnevali dei paesi della
Basilicata, trascrivendone i testi, tracciando, così, un quadro chiaro di tutte le varie rappresentazioni carnasdcialesche lucane,
suddivise per zone e argomenti e rilevando il filo conduttore che le lega.
Questa premessa si rende necessaria per capire come si sono articolate nel tempo le vane evoluzioni dei carnevali, di quei riti
dionisiaci e saturnali che, secondo le regioni e la realtà culturale della zona, hanno assunto determinate caratteristiche, a volte,
antitetiche tra le vane regioni italiane, da nord a sud.
È importante porre in luce quello trecchinese che, tra canti suoni di "cupe-cupe", conferisce alla manifestazione un aspetto
tipico.
Esso si inserisce in quei riferimenti di affermazione e di autocitazione delle culture agro-pastorali e preindustriali: una festa di
eliminazione del vecchio, di rinnovamento e di propiziazione dell’incerto.
Ed è, forse, proprio per questo motivo, per esorcizzare, cioè, gli immancabili torti subìti e subendi, che il Carnevale trecchinese
diventa una rappresentazione di satira e di denunzia.
(*) Tratto dal libro “Trecchina, notizie di storia costume e arte” di Giuseppe Mensitieire, ed. Zaccara, 2016
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Descrizione modalita' di gestione
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La trasmissione è avvenuta di generazione in generazione prevalentemente in forma orale.
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Caratteristiche significative
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La maschera che caratterizza il Carnevale trecchinese è il "Cantacronze", il più atteso, colui che canta le vergogne, i difetti, le
malefatte, gli errori, gli abusi, le mancanze e i comportamenti censurabili (le cronze, appunto) alle persone in vista e che
compare alla fine della sfilata e di altre scenette comico-satiriche e pantomime.
Il personaggio fu creato, alla fine degli anni Settanta del Novecento, quando fu ripresa la manifestazione satirica del carnevale
per merito del poliedrico Michelino Larocca, dei suoi fratelli e di un folto gruppo di amici.
Esso rappresenta un pastore che, sceso in paese per l'occasione, si informa dei fatti accaduti durante l'anno e, con la sua
furbizia contadina, li riferisce a modo suo, parodiando un antico canto di questua carnevalesco.
Il Cantacronze è vestito con giacca di pelle di agnello con pelliccia rovesciata all’esterno,, con il cappellaccio e, ai piedi, le
zampitte, cioè scarpe costituite da una base di cuoio (odi un pezzo di copertone di automobile), che difende la sola pianta del piede, e da corregge che si legano intrecciate alle gambe (le cioce).
Egli ha un aspetto faunesco anche nel modo di muoversi, di sogghignare divertito e un po' perverso, assaporando, già con le
movenze, le cattiverie che si appresta a cantare.
Accompagna ilsuo canto con il cupe-cupe. Questo strumento, di facile realizzazione e utilizzazione, presente In tutte le regioni del
Mezzogiorno, è un altro simbolo di carnevale e, usato da questo pastore-fauno, ha più chiari riferimenti trasgressivi per la sua
gestualità.
Il Cantacronze inizia il suo canto con una quartina di saluto identica ogni anno e che si rifà, si è detto, a vecchi canti di questua
carnascialeschi, in rima baciata
E’ un saluto un po' servile, un po’ canzonatorio, quasi a giustificare quello che dirà in seguito. Un saluto ai muri, agli abitanti del
"palazzo", addirittura ai cuscini e ai materassi su cui si riposa la VostraGentilezza!
Un ossequio tra l’untuoso e l’ironico che ricorda o canti dei giullari medievali.
Seguono, poi, le"cronze"vere e proprie.
Con quartine in vernacolo, variamente rimate, si comincia a fare il nome, cognome e soprannome dei personaggi presi di mira
con una specie di dialogo con il cupe-cupe, a volte invitato parlare proprio dal pastore: lo strumento, in definitiva, diventa ~
"cattivo" che commenta in maniera mordace, pungente, sferzante e a volte salace, le notizie che il pastore ha appurato.
Così cominciano le sferzate al sindaco accentratore, ai vari consiglieri più o meno legati al sindaco, a quelli di minoranza
incapaci di fare opposizione, ai transfughi di partito, ai panettieri, ai bottegai, ai baristi che vendono "acit a Cristo",ai medici di
base ... e chi più ne ha più ne metta.
Da qualche tempo gli organizzatori sono aumentati e, con essi, anche la qualità dello spettacolo cui si aggiungono, ora, buoni
carri allegorici che fanno dell'evento una manifestazione carne valesca più completa.
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Bibliografia
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Libro “Trecchina, notizie di storia costume e arte” di Giuseppe Mensitieire, ed. Zaccara, 2016
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Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive
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nessuna
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Attivita' proposte
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Il progetto prevede la la realizzazione di attività di ricerca, recupero e conservazione con le moderne tecniche, e anche al fine
della successiva divulgazione, sempre in un evento pubblico, del patrimonio archivistico delle passate edizioni del carnevale
storico Trecchinese
Realizzazione dei Carri allegorici
Spettacolo satirico del Cantacronze
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E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'?
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Si, da oltre 7 anni
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Descrizione attivita' realizzate o da realizzare
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attivita' gia' realizzate negli anni precedenti
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Calendario attivita'
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Febbraio - Marzo
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Piano dei costi
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30000
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Piano dei ricavi
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0
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Partecipazione comunita'
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La comunita' locale partecipa numerosa con la presenza dell'associazione appositamente costituita e di numerosi giovani studenti.
La realizzazione dei carri allegorici è effettuata interamente dalle maestranze locali. Tutti abili artigiani nella lavorazione del ferro, legno e carta pesta e anche di meccanismi per l'automazione delle figure. Il carnevale storico Trecchinese, in ogni sua espressione, ha come obiettivo la
valorizzazione delle capacità artigianali locali, anche per tramandare alle future generazioni le conoscenze acquisite in anni
di duro lavoro manuale.
Anche gli spettacoli satirici vedono la partecipazione di giovani locali e delle scuole di ogni ordine e grado.
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Stato della progettazione
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Progettazione esecutiva e cantierabile
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