Localizzazione
Luogo culturale
|
La frazione di Marconia, originariamente denominata Bosco Salice, deve le sue origini al regime fascista che, nel 1925 iniziò ad interessarsi alla zona con l’obiettivo di provvedere alla sua quotizzazione per impiantare nuove colture ed incrementare le casse comunali con l’aumento dei relativi canoni. In seguito all’emanazione della L. 215/1933 sulla Bonifica Integrale, ideata e progettata da Arrigo Serpieri, fu calcolato che nel Metapontino il grande latifondo deteneva circa settecento ettari di terreni paludosi ed incolti e che il Demanio di Pisticci comprendeva oltre 2500 ettari, in posizione privilegiata su un altopiano pianeggiante. Nel 1938 la situazione di Bosco Salice venne segnalata all’allora capo della polizia fascista Arturo Bocchini, il quale considerò l’area adatta ad ospitare una colonia agricola per confinati politici ed internati comuni. Attraverso il lavoro degli oppositori del regime, infatti, si perseguì la bonifica dell’area, così come accadde nel resto d’Italia. Dal disboscamento dell’area nacquero il Villaggio Marconi (oggi Marconia) e la Colonia Confinaria di Centro Agricolo, dove arrivarono i primi confinati politici che, con il loro attivismo e il loro lavoro, diedero vita ad interessanti scambi culturali con la popolazione locale. Ancora oggi vi sono tracce tangibili delle fatiche e sofferenze dell’epoca, sia a Marconia, nella zona di Piazza Elettra, che a Contrada Centro Agricolo, dove sorge tuttora il campo di confino. Il campo ospitò antifascisti del calibro di Umberto Terracini, Loris Pescarolo, Carlo Porta, Filippo Andrea Doria e Roberto Ponticelli.
|
Localizzazione geografica
|
Pisticci come terra di confino rappresenta una pagina ‘moderna’ della sua storia. Il Centro Agricolo Direzionale della Colonia di Confino sorge sulla SP Pisticci-San Basilio e, in origine, presentava una vasta area centrale alberata, sei blocchi di costruzioni destinate ad archivi ed uffici, mensa, magazzini e alloggi per i primi confinati. Sul lato nord il Centro era chiuso da un elemento longitudinale, con chiesa, canonica e porticato. Al centro della piazzetta, invece, sorgeva un basamento per il quotidiano servizio di alzabandiera, data la vocazione militare dell’area. L’accesso era regolato da un lungo cancello, mentre l’arrivo progressivo degli internati comportò diverse modifiche alla struttura originaria. I confinati furono impegnati nelle attività di bonifica, disboscamento e messa in sicurezza dell’area e, seppur oppositori politici, il loro lavoro venne riconosciuto dalle autorità dell’epoca. Il centro di Marconia, Piazza Elettra rappresenta il fulcro dell’architettura fascista nel Sud Italia: di chiara matrice littoria, la sua edificazione venne affidata all’architetto polacco Konyedic e prevedeva la casa comunale, la casa del fascio, il dopolavoro, i porticati laterali, la torre littoria, l’arengario, l’ufficio postale, l’infermeria, la sede della Gil, della milizia, della Polizia e dei Carabinieri. Ancora oggi, camminando per i portici di Piazza Elettra, si riscontrano i segni di un passato recente e di un simbolismo tipico dell’epoca fascista. A memoria del legame indissolubile tra la popolazione locale ed i prigionieri, nel centro di Marconia sorge il Monumento al Confinato Politico.
|
Descrizione del bene
Aree tematiche
|
- Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti) - Artistica
|
Valutazione interesse culturale
|
L’antifascismo rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della storia di Marconia. La Colonia di Bosco Salice rappresenta una delle sedi di confino con maggiori peculiarità: il Regime, infatti, scelse di deportarvi giovani in buona salute, al fine di avviare lavori di disboscamento e bonifica in un territorio malarico, un lavoro paragonabile agli antichi colonizzatori della Magna Grecia. “Quei ribelli scrissero la prima pagina di vita nella desolazione e nel silenzio delle cose” scrisse Luigi Larocca riferendosi ai deportati nel Demanio di Pisticci.
La percezione di una storia recente non troppo edificante non ha consentito alla cittadina di Marconia di affrontare, scavare e scoprire quelle che sono le sue radici. Il legame storico con il Fascismo non ha permesso alla stessa cittadinanza di appropriarsi di un passato che comunque vede protagonisti gli stessi pisticcesi, solidali con i deportati come dimostra la testimonianza di vita di Domenico Giannace, già Sindaco di Pisticci e giovane muratore ai tempi del fascismo. Il suo impiego nella Colonia di Centro Agricolo permise di creare un legame inscindibile tra gli antifascisti e la popolazione locale, riconosciuta dagli stessi deportati nei loro successivi scritti di rilievo.
Il patrimonio umano e politico sviluppatosi tra le lande desolate del Metapontino rappresenta una ricchezza unica, tutta da riscoprire, studiare e valorizzare e che, invece, con il passare del tempo, rischia di restare sullo sfondo della recente storia locale. Negli anni sono stati avviati diversi progetti di riqualificazione urbanistica dell’area di Centro Agricolo, tra cui quello relativo alla città diffusa. Oltre alla rigenerazione degli edifici di edilizia residenziale pubblica e il recupero delle aree circostanti, il luogo si presta per vocazione alla creazione di un Museo della Memoria, per conservare e dare vitalità ad una memoria storica del tutto inglobata nell’ambiente. Riqualificazione edilizia e investimenti artistico-culturali permetterebbero di dare nuova linfa ai luoghi storici della comunità.
|
Contesto
|
Nel 1938 la situazione in cui versava il demanio di Pisticci attirò l’attenzione dell’allora capo della polizia fascista Arturo Bocchini, il quale la considerò idonea ad ospitare la colonia confinaria. Il progetto rientrava in una vasta opera di ‘urbanizzazione rurale’ che il Regime volle praticare in diverse zone d’Italia insalubri e malariche. Il Ministero dell’Agricoltura, con decreto n. 207/1938, autorizzò il Comune ad avviare la trasformazione agraria, affidata ad Eugenio Parrini, detto ‘Il Bonificatore’ per la sua esperienza in materia. A Roma venne aperto l’Ufficio del Demanio Comunale di Pisticci, ma l’affidamento a soggetti esterni di tali attività suscitò una certa rabbia nella popolazione locale. Il Fascismo, dunque, fece rientrare l’area di Marconia e Centro Agricolo nel suo programma di disboscamento, bonifica e riqualificazione delle aree interne, per un incremento della produzione agricola e dell’occupazione. Sul territorio di Pisticci confluirono oppositori politici e soggetti invisi al Regime che diedero vita al borgo e alimentarono una lotta aspra al Fascismo, per quanto confinati in una zona remota dell’allora Regno d’Italia.
|
Descrizione modalita' di gestione
|
Diverse sono state le pubblicazioni, soprattutto ad opera di scrittori locali, che narrano le vicende di quegli anni. Domenico Giannace, già sindaco di Pisticci, fino agli ultimi anni della sua vita, ha attivamente tramandato alle nuove generazioni quanto accaduto nella colonia di Bosco Salice durante gli anni del confino fascista. Rappresentano poi delle importanti testimonianze i saggi di Giuseppe Coniglio e Lino Barbalinardo che, attingendo alle informazioni tramandate oralmente dagli anziani del posto, hanno organizzato in maniera sistematica le stesse. Tutt’oggi, all’interno del territorio comunale, si realizzano eventi atti a far conoscere ai giovani la storia del proprio paese natìo, ne è un esempio il progetto P-stories, portato avanti dalla Associazione Allelammie e il recentissimo progetto di rigenerazione urbana attraverso la street art, dal titolo Roots-storie di comunità, realizzato dall’Associazione Lettere Cubitali.
|
Caratteristiche significative
|
Le Terre di Confino rappresentano dei luoghi in cui, nonostante la loro marginalità geografica, ‘si è fatta la storia’. Gli oppositori del Regime fascista, infatti, con le loro idee e il loro coraggio, hanno posto solide basi all’affermazione in Italia della democrazia e dei valori costituzionali che hanno caratterizzato e caratterizzano la Repubblica e le sue istituzioni. Sogni di libertà, progetti di una Italia nuova e aperta, prospettive di vita migliori si sono generati tra le vie di Centro Agricolo e dell’allora Villaggio Marconi, spesso sussurrati dagli oppositori di un Regime totalitario, violento e dispotico come quello fascista. Da Terra di Confino a Terra di Libertà, Marconia e Centro Agricolo condividono un’origine comune e un destino ancora tutto da scrivere, proprio attraverso la valorizzazione della sua storia recente.
Tuttavia, il valore della Terra di Confino lucana non può slegarsi dagli altri luoghi di isolamento che il Regime riprodusse sulla Penisola italiana. Anzi, proprio la creazione di una rete a livello nazionale permetterebbe la creazione di un percorso virtuoso di affermazione dei principi e valori su cui oggi si fonda solidamente la società italiana.
L’attenzione verso la Terra di Confino di Pisticci non può prescindere da un attento studio urbanistico della stessa, frutto del progetto architettonico di Parrini e caratterizzato dal classico progetto dell’Urbe fascista. Proprio la conformazione di Centro Agricolo, che ha mantenuto la sua struttura originaria, rappresenta una delle ultime testimonianze di una storia di emarginazione sociale non certo edificante, ma che non deve essere cancellata proprio per evitare una sua infausta ripetizione.
|
Bibliografia
|
Coniglio, Giuseppe – Barbalinardo, Lino “Marconia e la sua storia”. Ed. IMD Lucana – Pisticci 2005;
Bardessono, Bartolomeo “Tinchi Centro”. Ed. Paolo Bardessono – Ivrea 1984;
Coniglio, Giuseppe “La Colonia confinaria di Pisticci” Ed. Legatoria Lucana – Metaponto 1999;
Coniglio, Giuseppe “Mingo il ribelle” Ed. IMD Lucana – Pisticci 2015;
Sacco, Leonardo “Provincia di Confino” Ed. Grafischena srl – Fasano1995.
|
Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive
|
Il Comune di Pisticci per la buona riuscita del progetto prevede una spesa pari ad € 10.000,00 da spalmare in tre annualità
|
Attivita' proposte
|
L’intenzione è quella di rendere la Colonia confinaria di Centro Agricolo un “luogo della memoria”. A tal fine, l’Amministrazione intende realizzare in una delle abitazioni che furono un tempo dimora dei confinati, un archivio digitale della memoria, con fotografie, scritti, testimonianze ed atti ufficiali. La data simbolo scelta per la presentazione pubblica del progetto è il 25 Aprile. Inoltre, ogni anno, le manifestazioni istituzionali legate alla Festa della Liberazione verranno organizzate nel borgo. Oltre ai momenti istituzionali, il progetto prevede la realizzazione di un Festival itinerante che, partendo dal Borgo di Centro Agricolo e dalla sua riqualificazione, si sposterà nella vicina frazione di Marconia, altro luogo simbolo legato al confino. Il Festival sarà incentrato ogni anno su un tema diverso, comunque legato alla Costituzione e si avvarrà della presenza di artisti che attraverso varie forme di arte contemporanea (Musica, pittura, scultura) riproporranno in tema trattato. Le opere realizzate verranno raccolte ed esposte proprio all’interno della Colonia Confinaria. Il fine è quello di ridare dignità ad un luogo storico del nostro territorio per troppo tempo sottovalutato e rivitalizzare l’intero borgo attraverso un filo culturale che leghi il passato al futuro.
|
E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'?
|
No, da realizzare per la prima volta
|
Descrizione attivita' realizzate o da realizzare
|
Tutte le attività sono da realizzare per la prima volta.
|
Calendario attivita'
|
Primo anno: recupero materiale della struttura e prima edizione del Festival con la proiezione di ciò che il progetto prevede di realizzare.
Secondo anno: Inaugurazione del Museo digitale della Memoria e seconda edizione del Festival, con l’avvio della mostra permanente.
Terzo anno: Terza edizione del Festival e creazione della “rete italiana dei Luoghi di Confino”.
|
Piano dei costi
|
72000
|
Piano dei ricavi
|
10000
|
Partecipazione comunita'
|
Al progetto parteciperanno singoli individui, direttamente coinvolti in quanto testimoni preziosi del tempo ed associazioni interessate alla memoria storica del nostro territorio. L’intenzione dell’Amministrazione è il coinvolgimento diretto delle scuole in forme e modalità diverse a seconda dell’età dei ragazzi, attraverso la realizzazione di laboratori ed attività di ricerca storica.
|
Stato della progettazione
|
Progettazione preliminare
|