Localizzazione
Luogo culturale
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Il culto per San Rocco ha radici lontanissime e confini indefiniti. Dal centro storico di Pisticci, infatti, la devozione per San Rocco ha valicato il centro lucano per espandersi nel mondo, dove ciascun pisticcese emigrato, per necessità o per tentare la sorte, ha portato con sé il profondo e misterioso legame con il Santo Patrono. Oltre al culto verso San Rocco, celebrato dal 14 al 18 agosto nel centro storico di Pisticci e nelle sue plurime frazioni di Marconia, Tinchi, Pisticci Scalo e Marina di Pisticci, il Santo è venerato con un attaccamento non inferiore a quello dei pisticcesi di Lucania, nelle comunità sparse nel mondo, in particolare in Canada e a Toronto, dove si registra la presenza di centinaia di emigrati pisticcesi che, anche grazie ai progetti dell’Amministrazione Comunale, mantengono un solido legame con il loro luogo d’origine. Nei giorni dei festeggiamenti in onore di San Rocco, il centro storico di Pisticci, tra le 100 meraviglie della Piccola Italia, si ferma, in fervente attesa del passaggio del suo Patrono per le viuzze degli antichi rioni, baciate dal sole d’agosto e piene di vita, grazie alla presenza di migliaia di turisti, pellegrini e pisticcesi emigrati che non rinunciano a vivere le Feste Patronali nella loro città natia. La Festa di San Rocco, negli anni, si è arricchita di ulteriori momenti di fede, con il coinvolgimento di tutti i centri abitati del vasto territorio pisticcese, con un riprodursi di momenti di fede e tradizione anche nei moderni centri di Marconia, Tinchi, Pisticci Scalo e Marina di Pisticci, in un abbraccio verso il Patrono che si fa sempre più ampio e raccoglie residenti, turisti e visitatori della Città Bianca lucana.
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Localizzazione geografica
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La storica e centenaria processione di San Rocco dura l’intera giornata del 16 agosto e tocca tutti i rioni del nucleo storico di Pisticci centro, le principali chiese del centro storico e le chiesette sparse tra le viuzze labirintiche, i luoghi di incontro del popolo pisticcese. La partenza della solenne processione, presenziata dalle autorità religiosi, militari e civili della Regione, si tiene in Chiesa Madre, dedicata ai SS. Pietro e Paolo e collocata nel cuore del Rione Terravecchia, tra le perle architettoniche del Metapontino per le sue ricchezze artistiche e per il suo affaccio mozzafiato sul Rione Dirupo e sulla Valle del Cavone. A partire dal 2023, la statua di San Rocco, soggetta nei secoli a diversi restauri, ritroverà la sua storica collocazione, con la riapertura al culto della Chiesa a lui dedicata in Piazza Plebiscito, realizzata dall’architetto Ernesto Lapadula e sottoposto ad importanti lavori di restauro e consolidamento da parte della Curia di Matera. Proprio nella Piazza del Santo prende vita il momento finale della solenne processione, con l’incontro tra il Pellegrino di Montpellier e il popolo pisticcese, presente in fervente attesa in ogni angolo della Piazza e che, all’arrivo della Statua, si lancia in gesti di devozione che richiamano tradizioni e usanze secolari, tramandatesi di generazione in generazione. Ma i momenti intensi del culto si ripetono nel corso della giornata, quando il Santo visita tutte le strade e stradine di Pisticci centro, accompagnato da centinaia di fedeli che si accalcano tra sorrisi e momenti di intensa preghiera. La Processione di San Rocco, quindi, abbraccia l’intero centro abitato, mentre nei giorni antecedenti sembra annunciarsi attraverso le visite della Statua alle altre popolose frazioni del territorio pisticcese.
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Descrizione del bene
Aree tematiche
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- Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti) - Demoetnoantropologica (Tradizioni, riti, ...) - Santità e vissuto religioso
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Valutazione interesse culturale
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San Rocco di Montpellier divenne patrono di Pisticci nel 1656, anno in cui una terribile peste devastò l’intero regno di Napoli. I cittadini di Pisticci fecero voto, per scongiurare il contagio, proprio a San Rocco, oltre che alla Vergine Maria, il quale – secondo la tradizione – risparmiò la cittadina, dato che non si verificò neppure un caso del morbo fatale. La popolazione pisticcese fu pervasa da entusiasmo, tanto che molto giurarono di aver visto l’immagine del Santo sulle mura del paese nell’atto di benedire la cittadina. Vi era al tempo una statua del Santo nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso e per l’occasione i monaci del Convento dei Riformati, assieme al feudatario, il conte don Luisio De De Cardenas, trasferirono questa statua proprio nel Convento, generando così una sommossa del popolo, che poco gradiva questo spostamento. I cittadini – come si registra in una cronaca dell’epoca di don Paolo D’Avenia – con a capo Don Paolo Fanale, dotto maestro di scuola e cugino del cronista, fecero realizzare una seconda statua bellissima che arrivò in tempo per la festa del Santo alla porta nord della città, nei pressi della chiesa di Santa Maria del Rito (o di Loreto). Questa statua è quella del popolo, che tuttora viene portata in processione ogni anno. Dal 1656, dunque, il Santo di Montpellier fu eletto patrono della città, assieme alla Vergine Maria. Da allora, ogni anno, nel mese di agosto, si tributa al Santo una grande festa, con numeroso concorso di popolo.
Il legame storico tra Pisticci e la peste del Seicento ha permesso di legare la figura di San Rocco anche alle malattie più gravi e a creare un legame viscerale tra il Pellegrino di Montpellier e gli emigranti pisticcesi. Basti pensare al film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, il quale rappresentava una famiglia lucana emigrata all’estero. Prima di girare le scende della pellicola, il regista visitò la Basilicata e, in particolare, Pisticci, proprio per carpire usanze, costumi e tradizioni della popolazione lucana. E, proprio nelle scene del film, il rimando al Santo è sistematico, oltre che visivo, data la presenza sul comò della casa milanese della statua di San Rocco, più volte invocato dalla madre di Rocco.
Tornando al culto del Santo a Pisticci, si era soliti prelevare una piccola statua di San Rocco dalla Chiesa di Picchione o da quella del Purgatorio per portarla nelle case dove vi erano ammalati di tifo, polmonite o malattia grave. Una guarigione insperata era attribuita all’intercessione del santo, a cui si tributavano onori ed elargivano offerte. Qualche giorno dopo la Statua veniva riportata dal ‘guarito’ nella chiesa dove era stata prelevata, vestito con l’abito delle nozze, mentre i parenti lo accompagnavano con i vestiti della festa.
Questa antica origine ha conferito alle festività, nel corso dei secoli, la connotazione di un evento
straordinario che si è radicato nel territorio, riuscendo a dargli una grande visibilità.
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Contesto
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La festa di San Rocco è da sempre per la comunità pisticcese un evento collettivo di grande intensità emotiva, al quale i cittadini-devoti partecipano con entusiasmo. Vi partecipano sotto la tutela del Santo di Montpellier, una figura carismatica che infonde la speranza di vincere la contrarietà della vita e di affrontare le miserie e gli affanni che tormentano l’esistenza delle persone. Il mondo contadino dell’epoca ripose le sue speranze nella figura del Pellegrino di Montpellier, guarito dalla peste circa trecento anni prima e simbolo di resilienza di fronte ai mali del tempo. Quel mondo contadino e feudale ha saputo coltivare nei secoli un legame indissolubile con il culto per San Rocco, tanto da diventare il filo conduttore della storia di Pisticci. La devozione verso San Rocco ha permesso alla comunità di creare attorno al santo una ammirazione trasversale, che coinvolge anche chi, pur non credente, ne riconosce l’importanza per i pisticcesi. Il legame con la salute è un altro elemento della storia del culto che lega passato e presente: il “voto” a San Rocco per una guarigione, infatti, è un fattore che unisce la Pisticci di ieri a quella di oggi. Non è insolito vedere alla solenne processione del 16 agosto devoti che, per tutta la giornata, accompagnano il Santo per le vie del paese completamente scalzi. Si tratta di un elemento di fede che si intreccia con il passato, perché tutti gli sforzi e le sofferenze del momento vengono ‘dedicate’ al Santo affinché interceda per una guarigione di un familiare o persona cara. In passato molto erano coloro che ricorrevano al “voto”, acquistando oggetti di oro ed argento per donarli al Santo. Se il loro desiderio era esaurito, dovevano ‘farsi’ la processione per tutto il percorso a piedi scalzi, di cui uno incatenato, e con una cesta di vimini poggiata sulla testa, dove era custodito il voto tra fiori e nastri.
Ma i legami con il passato non finiscono certamente qui: oggi, infatti, la solenne processione è accompagnata da frequenti spari pirotecnici che sembrano annunciare il prorompente arrivo del Santo nei vari rioni. Tale usanza trova le sue radici sempre in un passato che, più che remoto, si rivela recentissimo: quando la processione passava nei pressi dell’abitazione dei ‘graziati’ questi erano tenuti ad onorare la statua, adagiata su tavoli con candide coperte, con lo sparo di fuochi e mortaretti, mentre i familiari appuntavano sulla mantella del Santo generose offerte. Il mantello in denaro e i tavoli su cui poggia la statua nelle varie vie del paese rappresentano un ulteriore momento che lega la società arcaica pisticcese a quella contemporanea.
Il culto del Santo si lega al mondo contadino e al felice raccolto: in passato, infatti, chiudevano la processione i muli che trasportavano in offerte pesanti sacchi di grano.
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Descrizione modalita' di gestione
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La gestione delle Feste Patronali di San Rocco è affidata allo storico Comitato Feste, presieduto dal parroco della Chiesa Madre e composto da cittadini volontari che si prestano per garantire la riuscita della festa, la custodia e valorizzazione di usi e costumi legati all’evento pisticcese. Nel passato l’organizzazione delle Feste era affidata ora ad un deputato laico di nomina comunale, ora al clero e talvolta da ambedue le istituzioni. Dal 1904, con l’investitura di Don Vincenzo Di Giulio per dieci anni circa, la nomina dei “Deputati alle Feste” era una prerogativa del consiglio comunale, mentre con l’avvento del commissario prefettizio nel 1914 che trasferì le competenze al clero, non senza polemiche.
Negli anni il Comitato Feste, avvalendosi di importanti studiosi ed esperti, ha avviato diverse attività volte alla conservazione e valorizzazione di usanze e tradizioni legate al culto di San Rocco, anche grazie al contributo di storici e appassionati locali, desiderosi di custodire e tramandare il culto del Santo nella tradizione pisticcese. Attività di restauro della Statua e del Carro Trionfale hanno permesso di custodire un patrimonio artistico di elevato valore, ma anche convegni, mostre e attività culturali sulla Festa hanno permesso di mantenere vivo l’interesse dalla comunità per il culto del Santo. La continua collaborazione con l’Amministrazione Comunale ha permesso altresì di creare eventi e manifestazioni in grado di coinvolgere i pisticcesi di tutto il mondo, da sempre interessati alla Festa di San Rocco, come testimoniano le notizie provenienti dal Canada, dove vive il nucleo più consistente di pisticcesi all’estero allestisce festività altrettanto solenni in onore del Pellegrino di Montpellier.
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Caratteristiche significative
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La festa patronale è articolata in numerosissimi appuntamenti ed eventi che iniziano il 1 agosto e terminano il 18 agosto. Il primo annuncio delle feste patronali veniva e viene dato tuttora il 1° Agosto all’alba, col suono festoso delle campane del mattutino a cui seguono gli spari dei mortaretti.
La mattina del 15 Agosto dà il via alle celebrazioni con la Messa nella Chiesa Madre dedicata all’Assunzione di Maria. Segue la solenne processione della Vergine Assunta per le vie del borgo medievale. La serata di festa, prosegue con spettacoli musicali sia in Piazza Plebiscito che in piazza Umberto I.
Il 16 agosto, è il giorno della GRANDE PROCESSIONE. Il tutto inizia con la celebrazione della Santa Messa solenne in Chiesa Madre per una folla immensa di persone. A seguire, nel piazzale antistante la chiesa, stracolmo di fedeli, esce la statua del Santo, con la veste d’oro lucente, che risplende ancor di più sotto il caldo sole d’agosto. La Processione toccherà tutti i rioni e durerà per 12 ore, collocandosi così tra le processioni più lunghe d’Italia, tanto che le è valso l’appellativo di GRANDE PROCESSIONE. Nelle vie del paese, addobbate per l’occasione con le migliori coperte e tovaglie ricamate stese ai balconi, molte sono le soste: la statua viene collocata su dei tavoli, messi in strada dai fedeli che vogliono che il Santo sosti davanti alla propria casa, e qui i fedeli offrono profumatissimo basilico e denaro. Un tempo precedevano la statua le 'pacchiane', ovvero le donne del popolo vestite con un bellissimo abito tradizionale: procedevano scalze e con le chiome sciolte, portando nelle mani un cestino di vimini, coperto da un tovagliolo bianco ricamato, all’interno del quale vi era – deposto sul basilico – l’ex voto, in cartapesta
o in argento, raffigurante la parte del corpo guarita dal santo. Oggi gli ex-voto vengono portati in processione e riposti vicino alla statua la mattina del 16 agosto.
A sera inoltrata, la processione giunge in Piazza Plebiscito, dove una marea di persone attende l’arrivo della statua. Qui, dopo 12 ore, si conclude il lungo percorso processionale con il suono delle campane, uno spettacolo di fuochi pirotecnici come offerta di ringraziamento ed un concerto di un complesso bandistico chiamato ad affiancare quello cittadino. Il giorno 17 è il giorno dedicato a San Vito martire, divenuto compatrono nel XVIII secolo, quando salvò i raccolti da una tremenda invasione di cavallette e locuste.
A sera, la statua di Sand’ Rucchicchio viene posta su di un grande CARRO TRIONFALE del XIX secolo nel piazzale antistante l’Abbazia del Casale. Quindi inizia il lungo percorso che si concluderà in Piazza Plebiscito.
Già dal primo pomeriggio, nel piazzale antistante l’Abbazia del Casale, fervono i preparativi per l’allestimento del carro trionfale e della processione. Questo corteo è una rievocazione storica dei tempi in cui il Santo di Montpellier protesse la nostra città dalla terribile pestilenza.
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Bibliografia
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BIBLIOGRAFIA
• San Rocco, Biografia e culto a Pisticci, testi di Giuseppe Coniglio, Comitato Feste Patronali San Rocco, consiglio parrocchiale “SS. Pietro e Paolo” e con il patrocinio della Amministrazione Comunale;
• Pisticci di ieri, Pisticci di oggi, di Cesare Spani;
• Storia di Pisticci, di Luigi Larocca;
• Pisticci, immagini del XX secolo di Cosimo Damiano Cammisa;
• La società di Pisticci nella metà del Settecento, di Berardino D’Angella.
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Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive
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Stanziamento di apposite poste di Bilancio dell'Ente, commisurate alle disponibilità relative all'esercizio di competenza.
Il Comitato è attivo nel corso dell’anno per reperire risorse e finanziamenti tramite sponsorizzazione di privati e aziende locali e non, proprio per recuperare le risorse necessarie all’organizzazione della festa.
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Attivita' proposte
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Nello spirito di dare continuità e valorizzare l’importanza delle Feste Patronali di San Rocco, in considerazione di quanto precedentemente descritto, il Comitato Feste, di concerto con l’Amministrazione Comunale, intende avviare tali importanti attività:
1) San Rocco dei Bambini: perpetuare il culto e il carattere identitario della festa di San Rocco nei più piccoli e nelle nuove generazioni. Sotto questa voce rientrerebbe anche “San Rocco dei Bambini”, la cui prima edizione si è tenuta lo scorso anno. Tale iniziativa prevede un coinvolgimento dei più piccoli attraverso giochi e sketch che ripropongono la vita del Santo. A partire da questo momento estivo, l’obiettivo è quello di creare un progetto inclusivo, tra arte e storia, per coinvolgere le scuole del territorio di ogni ordine e grado nell’attività di riscoperta e radicamento della Festa nella storia della comunità pisticcese;
2) Archivio Digitale della Memoria di San Rocco: attivare una sezione dell’Archivio Digitale della Memoria Comunitaria, in cui raccogliere e ordinare i documenti esistenti (fotografici, audio e video) riguardanti la festa patronale. Lo stesso luogo digitale, sarebbe destinato a contenere una raccolta di testimonianze audiovisive relative a ricordi, aneddoti, episodi di vita vissuta legati alla festa e al culto di San Rocco a Pisticci;
3) le “Citta di San Rocco”: creare una rete tra le città che, a livello regionale e nazionale, venerano il Santo o l’abbiano come loro Patrono. Questa iniziativa andrebbe nella stessa direzione di a rinsaldare i tentativi in atto di gemellare Pisticci con Venezia, proprio in virtù di san Rocco e del fatto che lì sia sepolto il suo corpo;
4) San Rocco e le Comunità di Pisticcesi “fuori”: la devozione e il culto verso San Rocco rappresentano un elemento di forte legame tra le comunità di pisticcesi all’estero (presenti in Canada, Stati Uniti, Argentina, Germania, ecc.) e il paese delle radici. In molte città estere (così a Toronto) si continua a celebrare la festa del Santo. Raccogliere le testimonianze dell’attaccamento dei pisticcesi sparsi nel mondo con la città e con il Santo, coinvolgere le comunità di pisticcesi all’estero nella celebrazione della festività cittadina, scoprire i modi in cui tra i pisticcesi della diaspora la festa patronale è vissuta, è l’occasione per riconnettere comunità lontane geograficamente ma ancora vicine culturalmente (anche nella prospettiva del 2014 anno dedicato al turismo delle radici).
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E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'?
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Si, da oltre 7 anni
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Descrizione attivita' realizzate o da realizzare
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1) Archivio Digitale della Memoria di San Rocco: attivare una sezione dell’Archivio, in cui raccogliere e ordinare i documenti esistenti (fotografici, audio e video) riguardanti la festa patronale. Lo stesso luogo digitale, sarebbe destinato a contenere una raccolta di testimonianze audiovisive relative a ricordi, aneddoti, episodi di vita vissuta legati alla festa e al culto di San Rocco a Pisticci;
2) le “Citta di San Rocco”: creare una rete tra le città che, a livello regionale e nazionale, venerano il Santo o l’abbiano come loro Patrono. Questa iniziativa andrebbe nella stessa direzione di a rinsaldare i tentativi in atto di gemellare Pisticci con Venezia, proprio in virtù di san Rocco e del fatto che lì sia sepolto il suo corpo;
3) San Rocco e le Comunità di Pisticcesi “fuori”: la devozione e il culto verso San Rocco rappresentano un elemento di forte legame tra le comunità di pisticcesi all’estero e il paese delle radici. In molte città estere (così a Toronto) si continua a celebrare la festa del Santo. Raccogliere le testimonianze dell’attaccamento dei pisticcesi sparsi nel mondo con la città e con il Santo, coinvolgere le comunità di pisticcesi all’estero nella celebrazione della festività cittadina, scoprire i modi in cui tra i pisticcesi della diaspora la festa patronale è vissuta, è l’occasione per riconnettere comunità lontane geograficamente ma ancora vicine culturalmente (anche nella prospettiva del 2024, anno dedicato al turismo delle radici).
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Calendario attivita'
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La comunità vive un legame intenso con San Rocco e la sua festa. Questa osmosi si realizza concretamente il giorno della Grande Processione, quando centinaia di fedeli partecipano all’evento, non solo religioso, ma anche storico e antropologico. L’Associazione Comitato Feste San Rocco non manca di avviare attività di coinvolgimento della cittadinanza, anche utilizzando i profili social, sia nella fase organizzativa che in quella compiutamente organizzativa di agosto. Inoltre, nella realizzazione delle attività di salvaguardia dell’evento, sarà premura coinvolgere professionisti, storici e antropologi per avviare ricerche storiche che siano quanto più precise e rigorose, proprio per assicurare la massima accuratezza nelle attività che andranno ad essere svolte. Decisivo sarà il coinvolgimento dei più giovani, con il fondamentale supporto delle scuole del territorio, per festeggiamenti sempre più inclusivi e moderni, senza dimenticare l’importanza di un passato che continua a vivere ogni anno tra le strade di Pisticci e del suo meraviglioso territorio.
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Piano dei costi
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90000
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Piano dei ricavi
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30000
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Partecipazione comunita'
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La comunità vive un legame intenso con San Rocco e la sua festa. Questa osmosi si realizza concretamente il giorno della Grande Processione, quando centinaia di fedeli partecipano all’evento, non solo religioso, ma anche storico e antropologico. L’Associazione Comitato Feste San Rocco non manca di avviare attività di coinvolgimento della cittadinanza, anche utilizzando i profili social, sia nella fase organizzativa che in quella compiutamente organizzativa di agosto. Inoltre, nella realizzazione delle attività di salvaguardia dell’evento, sarà premura coinvolgere professionisti, storici e antropologi per avviare ricerche storiche che siano quanto più precise e rigorose, proprio per assicurare la massima accuratezza nelle attività che andranno ad essere svolte.
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Stato della progettazione
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Progettazione esecutiva e cantierabile
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