Attenzione! Il browser in uso è obsoleto e si potrebbero verificare anomalie nella visualizzazione o durante la procedura, si consiglia di installare un browser aggiornato.
Patrimonio culturale della Basilicata Regione Basilicata
Guida alla compilazione
Riferimenti dell'Ente
Qualificazione giuridica Comune
Denominazione COMUNE CALVERA
Codice fiscale/Partita IVA 82000330769
Comune Calvera
CAP 85030
PEC comune.calvera@cert.ruparbasilicata.it
Legale rappresentante Pasquale Bartolomeo
Responsabile del procedimento
Nominativo PASQUALE BARTOLOMEO
Email pasquale.bartolomeo@gmail.com
Telefono
Ruolo Sindaco
Denominazione del bene intangibile
Nome del bene Borgo dei Palazzi Bianchi
Localizzazione
Luogo culturale Il luogo culturale è rappresentato dall’intero centro storico del comune di Calvera (PZ), caratterizzato dalla presenza di un gran numero di palazzi storici che prendono il nome dalle famiglie che tra il ’700 ed il ’900 vi hanno abitato. In precedenza il feudo di Calvera è stato in mano ai Donnaperna e, prima ancora, ai Sanseverino.
Fin dalla sua fondazione (intorno all’anno 1000) i monaci basiliani avevano capito la prosperita' delle sue terre che, con il tempo hanno reso possibile l’edificazione di questi straordinari palazzi.
La sua posizione strategica e le sue ricchezze agricole, hanno portato ad interscambi economici e quindi anche ad una contaminazione culturale con i territori vicini.

Girando per le vie della "zona civile" o della "Rabatana" si possono cogliere queste influenze, a partire dai diversi stili architettonici dei palazzi stessi:
Una caratteristica che li accomuna invece è il bianco delle pareti esterne quasi ad indicarne la purezza ed a sottolineare lo splendore delle famiglie che vi abitavano.

Anche Matilde Serao, la prima donna italiana fondatrice di un quotidiano (Il Mattino di Napoli), dopo il suo viaggio a Calvera, ne sottolinea le sue bellezze ed i suoi colori.
Localizzazione geografica Calvera è un piccolo borgo nell area sud della Basilicata, ricadente nel Parco Nazionale del Pollino. Fa parte dei comuni della Valle del Serrapotamo, un’area interna oggi scarsamente collegata alle maggiori arterie stradali della regione.
Questa situazione di semi isolamento della valle ha fatto si che il processo di globalizzazione abbia contaminato i suoi comuni in maniera meno accentuata rispetto ad altri.

Il progetto mira a sfruttare questa "conservazione forzata" dal punto di vista turistico recuperando e valorizzando il borgo dei palazzi bianchi per dare la possibilita' ai visitatori di fare un tuffo nel passato.
Descrizione del bene
Aree tematiche - Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti)
- Saperi tecnici e artigianali
Valutazione interesse culturale Nel corso dei secoli, i grandi proprietari terrieri hanno costruito ed ampliato le proprie dimore, quasi ad affermare la grandezza della propria famiglia.
In sinergia con la gente del posto avevano creato un piccolo ecosistema che permetteva a tutti di andare avanti:
La povera gente lavorava le terre di queste famiglie e collaborava alla costruzione e manutenzione delle loro abitazioni, ricevendo in cambio il necessario per vivere.

Ancora oggi, nei racconti della gente, si percepisce una sorta di riconoscenza reciproca tra i due ceti sociali calveresi.

Nel secolo scorso sono state emanate diverse ordinanze comunali per regolamentare la tinteggiatura esterna delle case, suggerendo ed, in alcuni casi, obbligando i proprietari a conservare la colorazione bianca caratteristica del borgo.

Si racconta che dopo la prima ordinanza, il sindaco dell’epoca avesse messo a disposizione dei cittadini meno abbienti un operaio che con una rudimentale pompa spruzzava la calce per biancheggiare le loro abitazioni.

Dalla fine del secolo scorso si è iniziata a perdere questa rigidita' ed alcuni edifici sono stati ritinteggiati con vernici di colori diversi che risultano oggettivamente male intonati con l'omogeneita' del bianco originario.
Contesto Le famiglie De Nigris, Mazzilli, Mobilio, Nocera, Calabrese, Bononati con i loro notai, giudici, avvocati, medici, sacerdoti hanno contribuito alla vita della comunita' calverese e l'hanno traghettata fino ai giorni nostri.
Oggi purtroppo i loro palazzi sono quasi tutti disabitati e vertono in condizioni di scarsa manutenzione.
Alcuni di questi, a causa delle intemperie, hanno le coperture con infiltrazioni di acqua e rischiano l'inagibilita', rappresentando anche un pericolo per gli edifici circostanti.
Conservano comunque il loro fascino e vengono orgogliosamente "raccontati" ai visitatori che giungono a Calvera durante l'estate, insieme alle tantissime storie ad essi legate.

I palazzi bianchi hanno ospitato grandi personaggi come la giornalista e scrittrice Matilde Serao che, agli inizi del '900, fu ospite dell'allora sindaco Nicola Mobilio all'interno del suo palazzo;
hanno visto nascere calveresi illustri che hanno ricoperto ruoli molto importanti sia in Italia che all'estero.
Descrizione modalita' di gestione Diversi palazzi sono stati sottoposti al vincolo della soprintendenza per i beni architettonici;
Alcuni sono stati messi in sicurezza con i fondi del terremoto del 1980, altri sono ancora in lista d'attesa.
Negli ultimi lavori di manutenzione di alcuni palazzi sono state utilizzate le antiche tecniche di tinteggiatura a calce, ma purtroppo sono rimaristi solo alcuni anziani muratori locali che ne conservano la conoscenza e la praticita'.
Caratteristiche significative Dal punto di vista storico, l'integrita' dei palazzi rappresenta la testimonianza di una presenza significativa di Calvera e dei calveresi all'interno del territorio regionale e extraregionale. Alcune decorazioni certificano l'interscambio economico e culturale con altre realta' ben più grandi di quella locale.

La presenza di fornaci su tutto il territorio comunale indica che la lavorazione della calce era molto diffusa, grazie anche alla grande disponibilita' di pietre calcaree.
Inoltre quasi ogni casa possedeva una nicchia che veniva utilizzata nell'ultima fase di lavorazione cioè nello spegnimento della calce.
Bibliografia Cenni storici su Calvera di Beniamino Mazzilli
Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive Fondi comunali;
Copartecipazione volontaria dei proprietari dei palazzi;
Sponsor;
Attivita' proposte Si dovra' iniziare con una fase di studio approfondito per identificare le cave di pietre calcaree e le fornaci di calce sul territorio, in modo tale da poter ricostruire le antiche modalita' di lavorazione locale.

Dopo aver raccolto informazioni più specifiche si potra' passare alla realizzazione di laboratori di lavorazione tradizionale della calce, evidenziando tutti i passaggi utilizzati un tempo e cercando di evitare il più possibile le tecniche moderne.

Dopo si potra' procedere alla sistemazione esterna dei palazzi interessati, applicando la calce ottenuta dalle attivita' di laboratorio e ottenendo di fatto la tinteggiatura di colore bianco caratteristica del borgo.

In contemporanea si coinvolgeranno i proprietari dei palazzi per ottenere la concessione di alcune sale da poter mostrare ai visitatori durante la visita del borgo. Per dar loro un'idea di come potessero essere gli interni dei palazzi nobiliari di una volta.

Sempre con la concessione dei proprietari potra' maturare la possibilita' di utilizzare alcune aree dei palazzi come mini appartamenti da inserire in un circuito di ospitalita' diffusa. Dando la possibilita' al visitatore di abitare i palazzi oltre che a visitarli.
E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'? Si, da 4 a 7 anni
Descrizione attivita' realizzate o da realizzare Da più di 6 anni sono stati avviati insieme alle associazioni locali e alla parrocchia degli studi per ricostruire la storia del borgo che hanno portato alla realizzazione di un percorso storico / culturale con dei pannelli illustativi posizionati in corrispondenza di ogni palazzo storico.

Con la collaborazione del IBAN CNR di Tito si sono approfonditi gli aspetti della ricerca dal punto di vista archeologico, idreogeologico e naturalistico che hanno portato alla creazione di altrettanti percorsi che partono dal centro del borgo e danno la possibilit? al visitatore di esplorare le varie fornaci di calce, il torrente serrapotamo che era la naturale riserva di pietre ed altre punti di approfondimento della propria visita.

Da un paio di anni si organizza il 14 agosto la manifestazione denominata "La notte dei Palazzi Bianchi" che mira ad attirare visitatori attraverso la rappresentazione sottoforma di teatro itinerante di alcune scene di vita calverese del passato tra i personaggi delle famiglie notabili che abitavano i palazzi bianchi e la povera gente che per loro lavorava.
Come filo conduttore tra le varie storie si è utilizzata la visita della giornalista e scrittrice Matilde Sarao a Calvera nel 1912.

Si stanno avviando i primi passi per offrire i primi servizi di Ospitalit? diffusa nel centro abitato del comune di Calvera in quanto ritenuti essenziali per una vera accoglienza, vista l'attuale mancanza di strutture ricettive.
Calendario attivita' 1 ANNO
censimento delle cave di pietre calcare e delle fornaci;
studio e laboratorio sulla lavorazione tradizionale delle calce;
sistemazione e tinteggiatura esterna dei palazzi;
2 ANNO
sistemazione interna e allestimento sale concesse per attivit? turistiche;
3 ANNO
ospitalit? diffusa nei palazzi e accoglienza turisti;
Piano dei costi 200000
Piano dei ricavi 250000
Partecipazione comunita' Coinvolgimento di tutte le associazioni del territorio e di tutti i cittadini che vogliono partecipare sia ai laboratori, sia alla tinteggiatura esterna dei palazzi. Oltre alla possibilit? di coinvolgerli nelle attivit? collaterali al progetto.
Stato della progettazione Progettazione preliminare