Localizzazione
Luogo culturale
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Il culto del Beato Egidio da Laurenzana. sviluppatosi nel Cinquecento ha una diffusione regionale e sovraregionale interessando la Basilicata, Puglia e Campania, e per la sua spiritualita tutta interiore incentrata nella preghiera e nel profondo legame con la terra natia, tanto da parlare di una " Via lucana alla santita" costituisce un modello paradigmatico di santita, con echi più ampi e nazionali, cosi da essere riportato in affreschi veneti della fine del Seicento che illustrano, attraverso immagine di santi, le diverse tipologie di santita francescana .
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Localizzazione geografica
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Il Beato, nato a Laurenzana nel 1443 ha vissuto la sua intera esistenza nel "Convento di Santa Maria della Neve di Laurenzana" dove è morto il 10 gennaio 1518.
Nel 2018 è stato celebrato l'anniversario dei "cinquecento anni dalla morte" che ha visto l'esplicarsi di una serie di iniziative quali: la "Ricognizione scientifica e canonica" del corpo; la "Peregrinatio" delle reliquie per i vari centri della Basilicata; "Pubblicazioni" sulla vita del Beato; "Convegni scientifici - culturali e religiosi" ; "
Il suo "corpo incorrotto" si conserva in una teca , visibile a tutti fedeli nella Chiesa Matrice, dove venne trasferito dopo l'Unita d'Italia in seguito alla soppressione del Convento.
Prima di divenire frate trascorse parte della sua esistenza pregando presso la "Chiesa di Santa Maria del Ciel Calata" poco discosto dal paese.
Nella memoria locale viene denominato "Cugno di Sant'Egidio", il terreno sopra il Convento che il Beato arava da gualano.
Oggetto di peregrinatio è una "Reliquia" del Beato. E' costituita da un alluce del piede, che nel settecento fu sottratto dalle spoglie del frate, da una devota di Anzi, che fu costretta a riporla nella teca , per una terribile tempesta scatenatosi all'uscita dalla chiesa che gli impediva di riattraversare il fiume per tornare al proprio paese .
Potere guaritivo avevano "parti del saio" o le "pezzuole di bambagia" con cui le pie donne tergevano periodicamentele reliquie del Beato.
Il Beato era addetto alla cura dell'"orto" attiguo al convento, ed è rimasta nel ricordo popolare l'immagine del Beato in contemplazione all'ombra di un'albero.
Poco discosto dal convento esisteva una "grotta" dove periodicamente il frate si ritirava a pregare in solitudine.
Ne seicento nei tre giorni di pentecoste il Beato veniva festeggiato ogni anno con una "fiera" lunga un miglio e famosi erano i cortei dei nobili che vi partecipavano.
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Descrizione del bene
Aree tematiche
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- Storica (momenti, aspetti/problematiche, protagonisti) - Santità e vissuto religioso - Territoriale-ambientale
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Valutazione interesse culturale
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Della religiosita del Beato Egidio espressa nel profondo legame con la terra natia e in una continua preghiera , Padre Atanasio Caruso nel libro "In Estasi tra gli uccelli" parla di una "Via lucana alla santita". Nel vivere nel convento, sempre pregando , come se fosse in un eremo, recupera nel solco del francescanesimo , che caratterizzera la vita dei paesi lucani dal Duecento a fine Ottocento, una religiosita più antica che si pone alle origini medioevali dei nostri territori espressa dal monachesimo greco-bizantino. Per questo la figura del Beato nell'alveo del francescanesimo, da un lato, si pone e viene contraddistinta quale "modello paradigmatico di santita" tutta dedita all'introversione della preghiera, e viene rappresentato a mani giunte con la corona del Rosario in mano, dall'altro recupera quel legame profondo e originario con la popolazione , proprio dei monaci greco-bizantini.
Elemento contraddistintivo e catalizzatore del culto nei secoli sono certamente le spoglie mortali del Beato, visibili ancora oggi nella Chiesa matrice di Laurenzana.
Il corpo incorrotto
Il corpo del Beato Egidio dopo la morte avvenuta nel 1518 venne seppellito nella fossa comune presente al di sotto della chiesa del convento. Ad una prima ricognizione nel 1524 da parte dei frati il corpo venne trovato intatto e inginocchiato in procinto di pregare rivolto verso l'altare, e venne riposto in una teca in legno visibile a tutti i fedeli a fianco dell'altare maggiore. il corpo dissepolto emanava una piacevole fragranza, che sar? la sua caratteristica: la si sentir? ogni volta che si riapre l'urna, e molte volte quando un fedele riceve la grazia.
Il corpo era oggetto di continua cura ed attenzione da parte dei monaci e sua caratteristica peculiare era il permanere della flessibilit? degli arti, e si racconta che durante le ordinarie operazioni di pulizia fatte dalle pie donne, il santo alzasse in senso di accondiscimento le braccia.
Dopo la soppressione del convento del periodo post-unitario la teca con le spoglie del Beato venne trasferita nella Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta in Cielo di Laurenzana.
Ricognizioni
La prima ricognizione avvenne nel 1524, a sei anni dalla morte, quando il corpo venne dissepolto e sistemato in una teca.
Nel 1688 e nel 1876 durante il processo di canonizzazione ci furono due perizie canoniche e mediche.
Alla prima data il corpo risulta in ottimo stato di conservazione: ha per buona parte il colorito naturale della pelle e una flessibilit? notevolissima. Alla seconda lo stato generale è diverso: quasi l'intera area della pelle è scomparsa e le parti molli similmente, anche se le giunture tengono.
Altre due ricognizioni si avranno nel 1891 e nel 1947.
Si rende quando mai necessaria in occasione del cinquecentenario una nuova ricognizione scientifica e canonica delle spoglie del santo volta a ricostruirne l'immagine terrena e assicurarne la maggiore durabilit
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Contesto
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Il francescanesimo dalla meta del Duecento caratterizza la vita religiosa dei nostri centri abitati. I conventi francescani con un impianto a corte venivano costruiti, poco discosti dai paesi, di cui costituivano il sicuro punto di riferimento e sostegno religioso delle popolazioni più povere.
Il Convento dei Frati Minori dedicato a Santa Maria della Neve nasce nel 1453, ed alla sua costruzione partecipa lo stesso Beato. Ubicato poco discosto dal Paese, lungo vie di comunicazione ed in una localita ricca di acque, presentava un impianto a corte . Subi una profonda ristrutturazione nella prima meta del Seicento arricchendosi di coperture a volta, che sostituirono gli antichi solai in legno, e di un nuovo ciclo di affreschi, che si aggiungevano a quelli più antichi del Cinquecento, assumendo la forma definitiva rimasta pressoche immutata sino al 1860, quando venne adattato a cimitero. La teca con le spoglie del Beato venne trasferita alla fine dell'Ottocento nella Chiesa matrice, dove continua il suo dialogo e preghiera con Dio e le genti.
A spiegare il profondo legame della religiosita del Beato con la popolazione locale, è oltrechè il suo essere nativo del luogo, il condividerne la stessa cultura materiale, essenzialmente agricola-pastorale, essendo il suo ruolo nella comunita religiosa quello della cura dell'orto del convento.
Dell'orto del convento oggi non resta più niente, ed è singolare che l'ultimo degli orti storici che un tempo circondavano il paese , sia sopravvissuto sino a qualche anno fa in una area attigua al convento.
Nel ricordo popolare persiste il ricordo dell'immagine del Beato che amava appartarsi presso un albero dell'orto adiacente alle mura del Convento. Qui avvenivano le sue estasi durante le quali il corpo levitava nell'aria circondato dagli uccelli. Poco discosto, nella selva, esisteva una grotta, nella quale frate Egidio si rifugiava a pregare.
Obiettivi: "Ricostruzione dell'orto di erbe officinali" con "Riapertura dell'antico sentiero" invaso di spine che collegava il Convento alla Chiesa matrice" sostituendo i rovi con roseti, volto ad esaltare la "corona del Rosario", la corona di preghiere con il quale il Beato ancora oggi grazie al sopravvivere delle sue spoglie continua a ornare il capo di Maria. " Ripristinare il percorso di sentieri" dei luoghi del Beato.
Si tratta di percorsi materiali, che nel percorrerli attraverso la preghiera, divengono, trasmutandosi , "Percorsi dello spirito".
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Descrizione modalita' di gestione
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Il Beato Egidio si festeggia il 10 gennaio di ogni anno, anniversario della morte e nel 2018 si sono celebrati i cinquecento anni da quel lontano 1518 quando i frati al mattino trovarono il corpo del santo frate, esamine nel letto della propria cella.
Nei tre giorni di pentecoste il Beato veniva festeggiato ogni anno con grande solennita. Si faceva una fiera lunga un miglio, con gente che veniva fin da Bari e da Salerno, e famose erano i cortei dei nobili. L'aveva ottenuta dal Vicerè di Napoli nel 1680, il Duca di Belgioioso, signore di Laurenzana. In quella occasione si faceva un rito di indulgenza la perdonanza. La fiera nel 1700, venne ridotta ad un solo giorno, ed ancora oggi si celebra la festa in maggio, la prima domenica successiva di pentecoste.
Il culto del Beato che esisteva gia quando lui era in vita, ebbe un notevole incremento quando a sei anni della sepoltura , il corpo venne ritrovato intatto e riposto dentro una teca , visibile a tutti i fedeli.
A portare avanti il processo di beatificazione si impegnò nel Seicento il Beato Bonaventura da Laurenzana autore delle "Croniche della Riforma di Basilicata - 1683 " e della "Vita del Beato Egidio di Laurenzana -1674"
A più riprese venne portata avanti la causa di beatificazione, fin quando nel 1876 l' Arcivescovo Metropolita di Acerenza, Pietro Giovine, fece ripartire il processo e il 24 giugno 1880 in San Pietro, per volere di Papa Leone XIII, Frate Egidio fu proclamato Beato. Tutt'oggi il culto del Beato Egidio è molto vivo tra le popolazioni lucane.
Durante le celebrazioni religiose in onore del Beato, era consuetudine delle pie donne recitare il "Capitolo", che racconta la vita del santo.
Fulcro delle cerimonie religiose sono senza alcun dubbio le spoglie del Beato.
Per il cinquecentenario del Beato, è stato creato un comitato laico-religioso volto ad organizzare e promuovere, varie iniziative volte alla celebrazione dell'evento.
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Caratteristiche significative
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La figura del Beato nell'ambito del francescanesimo traccia una "Via lucana alla santita" , costituendo un peculiare "modello di santita" che come un fiore spontaneo trascorre la sua esistenza sulla terra in cui è nato, sempre pregando.
Il profondo legame con la popolazione locale deriva oltrechè dall' essere figlio della stessa terra, dalla profonda sintonia che nasce dal condividerne lo stesso mondo agricolo-pastorale, essendo attivita peculiare del Beato la cura dell'orto del Convento.
Durante la preghiera il suo corpo "levitava" nell'aria circondato dagli uccelli; aveva il dono della "bilocazione", mentre il beato pregava nella chiesa, un'altra parte di sè (l'angelo dice la tradizione) continuava ad arare il campo. Questa perenne preghiera che caratterizza l'intera esistenza del Beato, continua ancora oggi dopo la morte, grazie al dono della "incorruttibilit? del corpo".
Le sue "spoglie mortali" contenute in una teca , sono conservate, e visibili a tutti i fedeli, nella Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta in Cielo, dove sono state traslate dal Convento nel 1886 dopo la soppressione degli ordini monastici postunitaria.
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Bibliografia
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Nel 2016 è stato costituito il "Comitato scientifico-religioso" presieduto dal vescovo della Diocesi di Acerenza e dal primo cittadino di Laurenzana che ha organizzato tutte le attivita delle manifestazione per i cinquecento anni dalla morte del Beato. Tra le varie attivita sono in corso di elaborazione nuovi libri, pubblicazioni e convegni sulla vita del santo.
Nel Convento sono conservati affreschi del seicento che illustrano episodi della vita del Beato, che necessitano di un intervento di recupero e valorizzazione.
Il racconto popolare della vita del Beato ha avuto una " trascrizione" orale nel "Capitolo" che ancora oggi viene recitato dalle pie donne.
Il primo a rivalutare la figura del Beato è stato Padre Bonaventura da Laurenzana con :
"Croniche della riforma di Basilicata- Napoli 1683"
"Vita del Beato Egidio di Laurenzana -Napoli 1674"
Autori contemporanei che hanno trattato della sua spiritualit?:
" Padre Atanasio Caruso -In estasi tra gli uccelli -1982"
"Rocco Maria Motta - Santa Maria della Neve in Laurenzana-Lavello 1995"
"Rocco Maria Motta - Storia e metastoria nelle antiquissime pitture a fresco del corrituretto di Santa Maria della Neve - Lavello 1999"
Gaetano Cantisani- Laurenzana . Fatti persone e immagini e costumi-Matera 1991"
Siti dedicati al Beato Egidio:
https://www.facebook.com/beatoegidio500?fref=ts
https://www.facebook.com/Beato-Egidio-da-Laurenzana-81001264834/?fref=ts
https://www.facebook.com/CentroSocialeBeatoEgidio/?fref=ts
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Piano di salvaguardia proposto
Risorse aggiuntive
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Fondi comunali : euro 10.000,00
Fondi privati: euro 10.000,00
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Attivita' proposte
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Nel 2016 è stata creata la "Commissione scientifica-religiosa" per la promozione delle attivita volta a celebrarne il cinquecentenario.
"Peregrinatio" delle reliquie;
"Pubblicazioni" sulla vita e santita ;
"Convegni" scientifici - culturali e religiosi;
"Mostre " tematiche;
"Recupero e valorizzazione dei luoghi di vita del Beato" .
"Ricostruzione dell'orto di erbe officinali" con "Riapertura dell'antico sentiero" invaso di spine che collegava il Convento alla Chiesa matrice" sostituendo i rovi con roseti, volto ad esaltare la "corona del Rosario", la corona di preghiere tanto cara al Beato.
"Progetto di recupero dell'ex convento" trasformato in cimitero.
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E' gia' stato attivato un piano per la salvaguardia/rivitalizzazione e valorizzazione/fruibilita'?
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Si, da 1 a 3 anni
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Descrizione attivita' realizzate o da realizzare
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E' stata costituita la "Commissione scientifica-religiosa" finalizzata ad organizzare tutte le attivit? del cinquecentenario.
Sono da realizzare :
"Pubblicazioni", "Convegni" e "Mostre" sulla vita del Beato.
"Ricostruzione dell'orto delle erbe officinali del Beato"
" Il recupero del percorso-sentiero Convento-Chiesa Madre";
"Progetto recupero ex convento";
"Creazione di un percorso dei luoghi del Beato": ex Convento, Cugno del Beato, Chiesa di Santa Maria del Ciel Calata, Chiesa Madre.
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Calendario attivita'
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Sono da realizzare nel primo anno:
. "Pubblicazioni", "Convegni" e "Mostre" sulla vita del Beato. " Ricostruzione dell'orto delle erbe officinali del Beato"
Da realizzare negli anni successivi il recupero dei luoghi del Beato:
" Il recupero del percorso -sentiero Convento-Chiesa Madre"; "Il progetto recupero ex convento"; "Creazione percorsi luoghi dello spirito del Beato": ex Convento, Cugno del Beato, Chiesa di Santa Maria del Ciel Calata, Chiesa Madre.
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Piano dei costi
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100000
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Piano dei ricavi
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10000
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Partecipazione comunita'
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Attraverso la "Commissione scientifica e religiosa" la comunita e le associazione partecipano all'organizzazione delle manifestazioni in onore del Beato.
La "Ricognizione del corpo" ha permessodi migliorare la conoscenza del Beato, ed assicurarne il perpetuarsi del culto.
Il "percorrere materialmente i sentieri e il visitare i luoghi" che hanno caratterizzato la vita del Santo frate , attraverso riferimenti alla corona del Rosario e alla preghiera , si risolvono in un avvicinamento al cuore vivo della religiosita delle popolazioni: un percorso dello spirito di elevazione, tutto incentrato nella preghiera.
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Stato della progettazione
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Progettazione esecutiva e cantierabile
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