Sintesi morfologica e tipologica
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Le strutture rinvenute durante lo scavo indicano tre fasi principali di sviluppo. La villa della fase più antica (periodo 1), che risale all'inizio del I sec. d.C., consisteva in una serie di ambienti disposti attorno a un cortile. trattarsi di una modesta struttura i cui elementi più interessanti sono i grandi focolari e un canale che si estende lungo il lato Î con impianti di tipo industriale, forse un piccolo mulino ad acqua. La villa fu abbandonata intorno al 220 d.C. Intorno al 350 d.C. la villa fu rioccupata (periodo 2). Un piccolo ambiente termale con ipocausto venne aggiunto e una struttura massiccia, presumibilmente una torre, a SE. L'edificio rimase occupato fin verso il 400 d.C. Le fasi più tarde (periodo 3) forniscono una testimonianza di notevole interesse per una villa dell'epoca tardo-antica. L'ambiente principale consisteva in un'ampia sala absidata e, separati da uno stretto corridoio, si trovano una serie di stalle e altri ambienti di servizio. Dopo l'inizio del periodo 3A fu realizzato, nell'angolo SE dell'area, un complesso termale rifornito con acqua proveniente da un acquedotto. Un pilastro in pietra calcarea e un'imposta, provenienti dalle finestre, mostrano che queste erano disposte a galleria oppure a formare una serie di bifore. Annessa a quest'ala è una stanza dalla planimetria irregolare, probabilmente una torre. Le tre stanze più a oriente del settore Î formavano un appartamento separato consistente in un ambiente longitudinale e in due stanze quadrate di dimensioni minori. L'ambiente longitudinale, con pavimento a mosaico era probabilmente una sala da pranzo. La serie di edifici del periodo 3A venne estesa per congiungersi alla nuova abside e la stanza centrale fu ricostruita con interno circolare a quattro nicchie. La stanza era probabilmente ricoperta da una cupola ed è possibile che formasse un vestibolo adducente al corridoio centrale. Fu realizzato nel frigidarium un nuovo pavimento musivo e l'acquedotto venne ricostruito su un diverso tracciato. La villa rappresenta dunque un importante stadio nello sviluppo dell'architettura domestica nel momento in cui si stavano abbandonando i canoni della villa classica per sviluppare nuovi tipi di edifici. La struttura inizi? a decadere all'inizio del VI sec. d.C.prima che l'area Î venisse distrutta da un incendio, poco prima del 550 d.C.; dopo questo evento il sito non venne rioccupato.
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Storia
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A. M. Small, Scavo di San Giovanni di Ruoti, in AA.VV., L'epos greco in Occidente. Atti del XIX Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1979, Taranto 1980 (1989), pp. 415-418;
M. Gualtieri (ed.), Lo scavo di S. Giovanni di Ruoti ed il periodo tardoantico in Basilicata. Atti della tavola rotonda, Roma 1981, Bari 1983, passim;
J. Freed, San Giovanni di Ruoti. Cultural Discontinuity between the Early and Late Roman Empire in Southern Italy, in C. Malone (ed.), Classical and Medieval Archaeology. Papers in Italian Archaeology, IV, 4 (BAR, Int. S. 246), Oxford 1985, pp. 179-193;
A. M. Small, J. Freed, S. Giovanni di Ruoti (Basilicata). Il contesto della villa tardo romana, in A. Giardina (ed.), Societ? romana e impero tardoantico, 3. Le merci. Gli insediamenti, Roma-Bari 1986, pp. 97-126;
J. Rossiter, Lamps from the Late Roman Middens at San Giovanni di Ruoti, in AMediev, XV, 1988, pp. 553-560;
A. Small, R. Buck, The Excavations of San Giovanni di Ruoti, I. The Villas and Their Environment, Toronto 1994;
C. J�?� Simpson e altri, The Excavations of San Giovanni di Ruoti, II. The Small Finds, Toronto, in corso di stampa.
Alastair M. Small, Francesco Tarlano , La villa romana e tardoantica di San Giovanni di Ruoti (Basilicata)
Una sintesi,(ed.) Pisani Teodosio Edizioni, 2016;
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